A noi stessi.
Perché siamo la prima persona a cui stringiamo la mano,
ma l’ultima che conosciamo fino in fondo.

Archivi. Il seguito di Alter Vs Ego

martedì 16 dicembre 2008

Non tutti sanno.

Non tutti sanno. Perchè ognuno sa per conto suo.
Cosa significa. Come ci sente. Il modo in cui si guarda.

Semplicemente perchè ogni cellulla in giro, è diversa.

Sembra "poco", invece lì è racchiuso il Tutto. Quello che non ti fa capire, quello che ti lascia perplessa, quello che ti fa addormentare avendo pensieri che vagano, ma che raggiungono sempre un'unica domanda: cosa avrà potuto significare?
Davvero.

Si può credere di arrivare a una risposta, ma la consapevolezza che è solo fittizia, è dentro di Noi.
Non so chi, e non mi interessa ricordarlo, sostiene che bisogna prendere in considerazione le certezze che si hanno, cioè Sè stessi.
Non deve essere stato uno stupido, perchè a pensarci bene, c'eri Tu lì. E:

"Non tutti sanno. Ma Io sì".

E questo Mi basta per Sorridere, a modo Tuo.

domenica 14 dicembre 2008

Baby.

Notti insonni e serate folli.
Parole, tante. Sorrisi, ancora di più.
Sono la cornice di una gioventù passata a rincorrere sogni d'amore che cercavano corone.

Lacrime, un'infinità.
Un dolore che ora ci fa sorridere, ma che ieri era sintomo di maturità e di crescita. Quando criticavamo un'incapacità generale di assumersi responsabilità.

Pronostici, oroscopi, carte e pendoli.
Ogni risposta sul futuro era un appiglio per capire quello che saremmo diventate e con chi.


E Una mano Ora spinge.


In questa giornata molto uguale a tante altre passate insieme, ma che non poteva essere letta in un mazzo di carte. Nè prevista.
Stupide noi a crederlo possibile.
Ieri. Un anno fa. Tra le righe e le risate degli oroscopi, acceleravamo la lettura su argomenti che "vabbè, tanto nun ce 'nteressano".
Troppo rapide, quelle righe sono passate in secondo piano.
Mentre in un'anonima notte, qualcosa stava per crescere.
Realmente.



Cresceva una donna. Grande da sempre. Ma che oggi ha qualcosa in più.
E' la bellezza del suo viso, la luce del suo sguardo, il sorriso di un uomo e il pianto di un'amica.

E la Mia mano Ora accarezza.


Sfiora la pelle liscia e dura. Diversa, ma incantevole.



Quante cose possono prendere vita in un secondo?
In un pomeriggio io le ho guardate tutte.



Attraverso un volto noto e gli occhi lucidi di una mia grande amica.
Grande. Ora. Di più
Donna. Ora. Più che mai.
Commovente, indescrivibile, la gioia che può darti guardarla negli occhi e scoprire che sta per diventare mamma.

[Alla mia piccola Pamy. Perchè mi ha fatto il regalo più bello che poteva donarmi.]

giovedì 11 dicembre 2008

Inerme.

E Chiara corre. Rincorre. Cose e situazioni?
No. Persone soprattutto. Perchè stiamo parlando di quelle.

Stretta fra il suo essere Così, sempre troppo pesante e leggera. Spensierata e paranoica.

Una vita troppo complessa per infilarci dentro un'emozione.
Sentimento incontrollabile, che arriva anche se non lo chiami.

In una giornata fatta di responsabilità e impegni inderogabili, noto che non c'è spazio per un amore complesso. Ma quando questo potrà succedere?














Non ora. Non è il momento. Sto bene così.
Equilibrio spezzato e da rinsanare velocemente. Correndo.
Prendo una scelta soffocata tra quello che sento giusto per me e quello che sento sbagliato oggettivamente.
Ma è andata bene. Così.

Spererei solo di riuscire a fermare quel meccanismo che mi fa essere me stessa. Sempre al 100% sincera. Sempre al 100% giusta. Sempre al 100%. Punto.
Che palle.
Vorrei chiudere gli occhi e sevgliarmi in un domani che non ha questo passato.
Perchè non c'è futuro diverso, senza una storia che non ti riesci a mettere alle spalle.
E che palle. Ribadisco.

Inettitudine davanti a costanti.
Inerme difronte ad una rassegnazione evidente.

Su quella bilancia, le due misure sono ancora squilibrate.
E non c'è ragione per cui sembra che sia sempre io a tendere verso il basso.
Verso quel burrone che non ha più fine.

Ricerco una tregua in questa corsa.
Dove stai andando?

Domani è un altro giorno senza una mano.
Ego direbbe: quante cose si possono farse con solo un dito?
Alter ribadisce: si, ma non è più bello il piacere di fare con entrambe le mani.

Nessuno ha torto:

accontentarsi del lato positivo, di ciò che rimane.
Senza mai smettere di cercare il piacere della completezza.

Il mio libro nel cassatto aveva non a caso questo finale:


[...] Nella storia nessun vincitore e nessun vinto.

Ma da oggi ho perso te.

martedì 9 dicembre 2008

Scriverei.

Le nostre mani.

[Ro]

Voci.

Sonorità.
Musica delle parole.


Quanto può far rumore il battito di un cuore?


Neve cade. Piuma appoggia.
Silenziosamente si adagiano ad una superficie. Cambiandola. Devastandola di una bellezzza che fa rumore, perchè stravolge.

Vibrazioni irregolari.
Acustica non uniforme.

Perchè

[..] non è il mondan romore altro ch'un fiato,
di vento [..]

lunedì 8 dicembre 2008

Fata Dimenticata.

sabato 6 dicembre 2008

Fanculo

Alle illusioni. Ai sogni e alle speranze.
Parole tante volte sentite. Banali.


Sentite da me.
Ancora conto i nani. Li metto in fila. Li osservo. Non scelgo.

In una notte che profuma di fumo e di perchè. Una donna solo può capire cosa può succedere in un corpo che non riesce più a controllasi.
Penso

Di più del solito.
Ho paura.
Di perdere ancora
di perdere qualcosa

ho paura.

Anche io.
Forse di più. Perchè non so aspettare e non voglio.

Fanculo a me.
E a quella volta che ho messo due pesi sulla bilancia.
Che ho misurato e calibrato.
Via il dolore.
Via.




Cancello nuovamente.
Non perchè son donna, ma perchè neuroni non sani mi suggeriscono una strada evidente



per ora.
Ritorna il contrasto
davanti all'emozione
di una riflessione
che non sei tu
ma che vorrei avere qui
con me.

Ora.

domenica 23 novembre 2008

Aperto.





mentre uno scrittore che non sa scrivere per gli altri, ma che vorrebbe farlo, delega il suo segno di apertura ad una foto.

La supporta con parole. Che però non dicono niente di nuovo.
Che non dicono niente.

Ma è la sola firma che rende il concetto un po' più suo.
Perchè l'eterno gioco dei contrasti, ora sfuma davanti l'immagine di una mano che prova a descrivere lo sguardo di chi si ferma ad osservare questo cartello.




Innocente invidia, verso colui a cui basta una targa per dire:

prego, si può entrare.

giovedì 20 novembre 2008

Mi sono sognata.

Stanotte Mi sono sognata.
Ho sognato di guardare me stessa.
Alcuni di voi potrebbero pensare che si tratta di prosa, poesia, metafora.
Mentre in realtà, è davvero così.

In questo concentrato di confusione e spiazzamento, forse, ho avuto il bisogno di guardarmi da fuori.
Forse perchè non c'è nessun occhio così abbastanza critico e vigile come il mio.
Forse perchè mi fido solo del mio giudizio.
Per presunzione.
Per superiorità.
Per me.

Perchè anche se gli altri vedono, osservano, parlano, pensano, non me ne importa nulla. Ciò che conta è la valutazione che io dò a me stessa. Ciò che voglio essere oggi e quello che voglio diventare domani.

E stamattina sono così. Ancora una volta assonnata.
Ancora una volta con la bocca chiusa da una stanchezza fisica, ma non reale.
Perchè il mio essere stanca, non mi ferma davanti ad un rischio.

mercoledì 19 novembre 2008

Sette.

Mammolo.
Pisolo.
Eolo.
Gongolo.
Dotto.
Brontolo.
Cucciolo.

Tutti d'un fiato. Non ne ho saltato neanche uno.
Solitamente perdo dei pezzi. Perdo dei nani.
Sarebbe bello capire quale dimentico. Quale ho già nominato.

Stavolta invece no.
Ecchissà.

Sette.

lunedì 10 novembre 2008

Dante.

Nel bel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai in una selva oscura [...].


C'erano animali di ogni razza.

C'erano le giraffe. Dal lungo collo per guardare lontano. Quelle che allenano la vista verso orizzonti oscuri e diversi. Talvolta nuovi, talvolta noti. Allenano la vista, appunto. Ma poi stanno solo a guardare.

Ci sono gli scoiattoli, che in un misto tra tenerezza e repulsione, si attaccano sui lunghi tronchi di alberi ramificati e forti. Grandi. Più grandi di loro. Che si arrampicano. Aggrappano. Punto.
Sono belve metropolitane, grigie. Dipendenti.

Ci sono i serpenti velenosi. Pericolosi. Lunghi e ingombranti. Se li ignori, però, non ti danno poi così fastidio. Infondo, non sono degni di considerazione.

Le farfalle. Leggere e volanti: deboli.
Le formiche. Piccole e precarie. Costruttrici instancabili. Ingenue ma simpatiche. Però schiave di un qualche sovrano. La convenzione e il meccanicismo.

Ci sono i topi. Sporchi e rozzi. Fastidiosi e nascosti. Sono tanti e sono ovunque.

E poi i gatti. Morbidi e affettuosi, ma solo quando vogliono. Profondamente egoisti. Ruffiani e poligami.

Ho trovato anche dei cani, fedeli e leali. Fermi nelle loro decisioni. Magari aggressivi a volte. Ma sono gli unici che nella vita si legano ad un unico padrone.

Ci sono le tartarughe. Amanti del tempo e di quella loro corazza. Un meccanismo di difesa contro i colpi grossi e la voglia di portarsi dietro sempre la loro casa.
Famiglia e solitudine. In quella corazza c'è posto solo un corpo. Mi domando perchè non per due.


Per Dante, l'inferno, era un trionfo di anime in pena.
Io lo vedo come un teatrino di animali difettati. Con un'apparenza ingannevole all'interno di una giungla senza recinti eppure chiusa.
Accozzaglia di razze differenti, costrette a stare insieme e a rincorrersi l'un l'altra con scopi e per scopi diversi. Incoinciliabili.
Solitari o in branco. Ogni animale di questo inferno non ha ancora capito cosa farsene dell'eden oltre la collina. Perchè non lo vedono, non lo vogliono vedere oppure semplicemente restano ad osservarlo da lontano.
C'è chi muore prima di averlo visto; chi aspetta che gli venga portato su un piatto d'argento e chi miserevolmente sta bene dove sta. Senza domande, nè immaginazione.
Forse è la maggior parte di loro.


Con un salto azzardato tra storia e mitologia, se rinascessi Noe, farei una maggiore selezione.

Perchè c'è un panorama per pochi, oltre l'oscura selva. E' un premio terreno e possibile. Che alcuni degli animali pensano di aver vissuto durante la loro esistenza, mentre in realtà, l'hanno solo emulato. In quello specchio che riflette le cose con una superficie identica, ma senza sostanza.
Un Eden.
Dove finalmente è solo [...] l'amor che move il sole e le altre stelle.

giovedì 6 novembre 2008

Materiali grezzi.

Così.
Mi ci sono sentita già un'altra volta, a quanto pare. Ma stavolta è uno stare un po' diverso.
Si prevede che in questa settimana il mio compito sarà:

riuscire ad inchiodare dei materiali grezzi per renderli delle strutture utili.

Inchiodare materiali grezzi. Mi fermo a pensare




Vorrà dire:


Grezzo.
Rimanda a: stato primordiale, rozzo, non ancora lavorato. Per poi arrivare etimologicamente al greggio. Moltitudine.

Inchiodare.
Fissare con i chiodi, religione (costrizione), credenza, racconto, fissare. Legare.


Legherò una moltitudine.
Legherò Con una moltitudine.



Senza inchiodare.



Si. Vorrà dire questo.

Vedremo.
Sono fiduciosa.

Così.

mercoledì 29 ottobre 2008

Lego.

Un fiume in piena di confusione.
Come sempre, d'altronde. Ma non più come prima.
Quel caos di cui mi circondavo non era costruttivo, nè positivo.
La sensazione di ora, si può paragonare di più a "vivacità".

Ogni passo è un lego.
Ogni lego si congiunge perfettamente al successivo.
Sto costruendo su uno schizzo.
Perchè non sono un ingegnere e non voglio esserlo.

Unisco i numeri su di un foglio, a caso, perchè è l'unico modo per scoprirne tutte le possibili combinazioni.

Senza meta.
Senza forma.
Senza nulla.

Chiudo le porte e non ne apro Un'altra. Ma altre cento_quindi_nessuna.
E' la dura legge, come sempre, degli opposti.
Che magari, magari, un giorno o l'altro si attrarranno.

Per ora Li osservo e confermo la mia idea: "io con me stessa, non ci vivrei mai".
Nel senso che se dovessi pensare di sdoppiarmi, bhè


allora, quell'altra la manderei lontana da qui... visto che Ci siamo.
Per scoprire, soprattutto.
Cose, mondi, persone.

Per avere tempo.

Per dormire.
Ma non per sognare.


No.
"E' da perdenti."
Mi dicono.


Ma Le darei quella Lavagna.
Perchè serve.
La scrittura. Parlare, capire. Stare.
Nel mondo, per poi poterci vivere sopra.

Lego.
"Lego".
Pezzi sparsi.
Non lontani nè vicini.
Ma che raccolgo strada facendo.
Li metto in tasca e dico:

"magari domani mi servirà".

In quest' "oggi", mi circondo di sensazioni nuove e sconosciute.
Mi prendo il tempo per assaporarle.
Immaginando di essere clonata. Sdoppiata.
Di notte.
Quando il mio cervello non muore, ma costruisce ciò che domani vorrò sentire.


L'equilibrio dei miei piedi è solido.
La percezione dello spazio intorno è decisa.
Perchè è la conoscenza dei tuoi confini che ti rende libera.

domenica 26 ottobre 2008

Teatrino.

Scambio di ruoli.
Schernisco gli animali che mi osservano mentre mi travesto.
Sono buffi, loro. La guingla degli spettatori. Sarcastica io, che invento bestie inesistenti.

Mi diverto, però. In un mondo senza colore, sono al centro della scena.
Strano, perchè ne parlavo qualche giorno fa. Per l'ennesima volta.

quando mi guardo attorno, non vedo nulla di interessante
Soffro di una differenza, che non è specialità. Ma complessa diversità, impossibile da far capire ai molti con cui mi trovo per caso o per necessità a condividere le miei giornate.

Il vuoto di parole e situazioni.
Quella che un tempo era insofferenza, si è trasformata oggi in uno scherno.
Un gioco divertente fatto di maschere e nascondini.
Si cela una persona divisa a metà, tra il suo essere come si deve e il suo contrario.
Avanti spettatori, il teatrino è gratuito per tutti.

giovedì 23 ottobre 2008

Leone.


Leone (23 luglio - 22 agosto)

Durante il programma televisivo The daily show va in onda uno sketch satirico su Barack Obama, un tuo compagno del Leone. Lo sketch ironizza sull'adorazione che milioni di persone in tutto il mondo hanno per lui. Ogni volta che Obama apre bocca, dice una voce, "un angelo ha un orgasmo". Secondo la mia analisi dei presagi astrali, in questo momento hai il carisma di Obama in versione ridotta. Probabilmente non susciterai un piacere così intenso tra le schiere di angeli, ma potrai provocare esplosioni di entusiasmo in molti esseri umani. Ti consiglio di fare come lui: sfrutta il tuo potere per una causa che va oltre i tuoi interessi.

Tovaglioli.

Ho scritto su un tovagliolo. A tavola. Da sola. Nella mia città.
Mai prima d'ora mi sono sentita così a casa.
Il nero sul rosso, di quella penna rubata chissà dove. Ma decisamente La Mia, in quel momento.
Quando la tua mente naufraga all'interno delle infinite libere associazioni e tu non puoi fermarle.
In quel preciso istante in cui, tutto ciò che vuoi è lasciare una traccia dei tuoi
pensieri confusi, allora, ogni supporto è quello giusto.

Anche un tovagliolo bagnato da un ottimo vino bianco, iniziato e non finito.



[...] Bambini [...]

Osservavo le parole della gente.

Comuni.
Parole.


Frasi che sembrano essere nate in un blocco unico e che nessuno osa scindere.



[...] Quando non stai bene con te stessa, allora tutto ti va male
[...]
Da quando siamo andati a convivere, sento l'esigenza di trovare i miei spazi [...]
Io quest'inverno sono ingrassata per lo stress [...]
Oggi mia figlia è con i miei, perchè da quando è nata non ho più tempo per me stessa [...]


E allora ho viaggiato, ancora su quella linea degli Uguali.

Uno spazio vitale pari a 1 metro quadro.
Sarebbe un buon affare per me che vorrei comprare casa.
2.000 euro circa di mutuo e posso averlo.
Ma non è il mio.



Argomenti e temi.



[...]
Ne parlavo oggi con la mia psicologa [...]


Incredibilmente la gente ricerca supporti in un altrove che è Semplicemente il nostro Difficile spazio.

Sconosciuto e invisibile.


In ogni luogo e da ogni parte, come una tartaruga, ci portiamo dietro la Nostra casa.

E il senso di soffocamento non scompare con lo spostamento.
Vincolati alla nostra corazza, ovunque andiamo non siamo mai distanti da noi stessi.



E allora metto quel mattone.

Leggero come una piuma e invisibile come aria.



L'essere finito del corpo umano, mi spaventa e mi annoia.

Sollevo la mia immaginazione e mi rendo conto che è esattamente come quel mattone, leggera, invisibile ed infinita.



Voglio comprare quella casa.

martedì 21 ottobre 2008

Dieci.

Meno 10: Imparare a non aspettare
Meno 9: Non programmare
Meno 8: Non immaginare
Meno 7: Sorridi, ma non troppo
Meno 6: Sii felice non per quello che hai ottenuto, ma per quello che di bello hai dato
Meno 5: Impara a dire "Prego"
Meno 4: Istinto e naturalezza. Se vuoi puoi anche concederti una lacrima
Meno 3: Non farti prendere dalla creatività
Meno 2: Fatti inseguire
Meno 1: Saluta

domenica 19 ottobre 2008

Ricordi.

Non come un tempo. Diverso.
Ma lo stesso desiderio di una volta si colora di azzurro e di biondo.
Incredibilmente è solo Lei, la passione, che mi riporta indietro. La spensieratezza che non avevo e che adesso ho. La voglia di ottenere quel trasporto semplice ed incondizionato. Senza paura, senta pensiero.
Dieci giorni o poco più.
Scappa.
Lui scappa.
Da ciò che è suo.
Da quella che è la sua vita Normale.




"Fai" quello che Devi.
Tu. Quell'altro Tu. "Usa" ciò che Devi per liberarti.
Non toccarmi.



Non mi tocchi.
Più.



se mi chiami, stavolta, però rispondo...

giovedì 16 ottobre 2008

Pastelli.

In una sera d'ebbrezza scrivo, cambiando colore, per trovare la giusta morbidezza di un pastello che deve supportare i miei pensieri. Un Lui. Distante e diverso. Strano e inopportuno. Passato e sbagliato. E d'improvviso un sms a ricordarmi che valgo.. di una Lei che si scopre come mai prima d'ora. Di un nudo che piace e che mi fa sentire fortunata.
Perchè non tocca essere innamorati per "vedere" l'amore. A volte si scoprono sentimenti che vanno al di là di ogni schema o convenzione. Come l'amore per sè stessi o per la tua più grande amica.

Momenti.




Blu.
Colorami.
Un contrasto troppo debole, per selezionare l'oggetto dalla sfondo.
Quello che conta, mi sembra di non saperlo più.
Sono blu.
Come un puffo.
Piccola.
Blu.
Come l'oceano.
Infinita.
Luci e ombre.
Quante volte ne ho parlato.
Ancora si ripresenta il bizzarro gioco degli opposti.
Delle contaddizioni.
Della scelta.
Tra ciò che sei, ciò che vorresti essere e come gli altri vorrebbero che tu fossi.

Inerme.
Mi dipingo di blu, sperando di scomparire nel nero.

Emergerò in superficie.
Solo quando, una bocca semiaperta mostrerà i suoi denti, con il bianco, di un sorriso.

Diverse.

Ho aspettato un momento degno di una risposta per una lavagna così... Trovo a fatica perfino io le parole giuste per farti capire che... Tu sei così. Sei più degli altri. E ciò che per gli altri può essere un pregio, spesso è un difetto per se stessi. E io lo so bene. Ma non scambiare le difficoltà per rigidezza. Fa tutto parte del gioco... Il più difficile... Quello dei diversi.

lunedì 13 ottobre 2008

Viaggio.

[..] e la sensazione di costante solitudine, qualora intervenisse, è solo il risultato della compagnia che finalemente riusciamo a fare a noi stessi.
Perchè da soli non lo si è mai,
se siamo così forti da fare_per_due.

Abbiamo imparato ad aspettare, affinchè la persona che ci prenderà per mano, sia anche quella che può capire ciò che siamo, fino in fondo.


La semplicità è l'inganno, la maschera.
La specialità non è il complimento, ma il giusto ritratto di chi ha capito ciò che sei. E quanto vali.

Buon Viaggio.

venerdì 10 ottobre 2008

Egoismo.



Ho visto un amore che passava la strada. L'ho visto cento volte e l'ho archiviato.

Lì. in mezzo a due fari di luce. Due amanti. Per mano.
Meraviglioso gesto.
Maledetto passaggio.
Sono rassegnata all'evidenza della vita. Osservo sentimenti fuori, ma non li vedo più dentro di me.
Se non per la mia mente.
Amo il mio cervello.
Il modo in cui ragiona.
Quello che è capace di fare.
I processi mentali le libere associazioni.
E' incantevole.
Amo l'uomo perchè è infinito. Diverso sempre. Sempre da scoprire e non mi annoia.
L'uomo come essere umano.
Mi piace osservarlo e parlarci.
Mi piacerebbe scrivere di lui.
Della sua assurdità, della sua pazzia.


Sto cercando l'ispirazione per il mio nuovo libro in questi giorni.
Non so, forse ho annunciato il titolo o forse no.

Pensavo inizialmente di intitolarlo "Io non ti capisco": storie di incomunicabilità tra gli essere umani.
Poi sono rimasta affascinata da questa parola. Che sto provando ad elaborare:

Archivi.

Bella, ambigua, misteriosa.
Rimanda a:
mettere da parte. Ordinare. Associare. Ricordare. Passare. Superare. Passato. Non cancellato. Diario. Lettura. Cultura.
Nella sua accezione al plurale, rimanda a qualcosa che è:
tanta roba, confusionaria, da sistemare, da riordinare per essere consultata.

Si può archiviare tutto.
Tante cose.
Dei libri, un film, delle foto, dei raccoti.
Puoi archiviarli in tanti modi:
per data, autore, colore, concetto.
Ovunque:
in uno scaffale, sul computer, nella tua mente.

Io Archivio.
Ho archiviato.
Tanto.
Storie, come al solito.
Di vita vissuta.
Esperienze, emozioni, racconti.

Voglio parlare sicuramente dell'uomo.
E di quanto c'è di assurdo nella mente di questo buffo bipide. Che non è nient'altro che la specie più evoluta degli esseri viventi.
Fatto di legende e mistero.
Complesso e invidiabile.
C'è un errore, però, in questa macchina.
E' l'egoismo. Comunemente detto Amore.

giovedì 9 ottobre 2008

Vale.

Si apre oggi questa nuova porta. "Archivi fotografici".
Dettata dall'esigenza di spiegare attraverso le immgini, il Mio significato di questa vacanza.
L'esperienza di aver parlato con me stessa e nessun altro.
Privatamente.











Del mio "archivio scritto", non lascerò traccia in questo blog.

martedì 30 settembre 2008

Archiviato.

Parto domani.
Ho finito di pubblicare il libro, a fatica, nel "mio ultimo giorno di lavoro da dipendente".
Ora sono una libera professionista.
Anche se a pensarci bene non sono nè libera e nè professionista!

=)
Primo segno grafico di questo blog.
Quasi ad indicare l'inizio di quel cambiamento annunciato, in senso metaforico e non, dentro il blog e nella mia vita reale.

Comunico ai gentili signori/commentatori di non preoccuparsi, perchè il tutto, in realtà, è stato solo "Archiviato". Non visibile, ma neanche Cancellato.

Oggi: il giorno in cui cancellare la mia "opera d'arte", è stato cercato e scelto.
Non perchè sono passati tre mesi esatti dalla fine della pubblicazione.
Ma perchè avevo solo bisogno di tracciare una riga netta.
E allora ho trovato delle banalissime scuse.

Tre mesi.
Fine mese.
Domani parto.

Tutto falso! Se non la sola voglia di non far leggere più a nessuno ciò che è stato di me e di tracciare "quella riga netta" con il mio passato.

E non perchè non mi piace.
Semplicemente perchè

non è più da questo passato_diventato _un _po' _troppo _passato che devo imparare.

Ma da un "ieri" molto più vivo e colorato in maniera diversa.
Che adesso vedo, ma non osservo.
Abbastanza distante da poterne già parlare, ma non così troppo vicino da poter essere capito.

Prendo righello e penna e inizio.


Grazie.
Cicerchiata. Spietata_solo_andata.

lunedì 29 settembre 2008

Ultimo avviso.

Per tutti quelli che ancora non hanno letto gli ultimi capitoli, che si affrettassero. Perchè da domani, ci sarà una rivoluzione in questo blog.

Aria nuova.
Quella cartella sul mio Desktop, rinominata "Alter Contro Ego", ritornerà ad essere l'unico luogo in cui si potranno ancora leggere le parole scritte da una Cicerchiata troppo distante da quella di oggi.

Privacy e Mistero.
Esigenza e Casualità.

Devo farlo.
Voglio farlo.

domenica 28 settembre 2008

Normale.

Durante le prime ora del giorno le parole sono più semplici. E scivolano.
Così, adesso, in un momento di delusione e rabbia verso me stessa, butto giù due righe.
Non è più possibile farsi prendere per il culo in questa maniera, sempre, dalle prime persone che arrivano davanti a me, per caso o per gioco... o per sfiga.
Sono stufa di sbagliare a causa degli altri, per colpa degli altri. Di lasciare che le cose vadano male senza un minimo di coraggio per reagire in maniera diversa.
"Le cose sono semplici per me e io non sono per questo mondo". Sante parole confessate in preda a qualche bicchiere di troppo e in seguito ad atteggiamenti mediocri di chi non merita di certo il mio sorriso. E allora che se lo scordasse. Che scordasse pure la mia semplicità, che dimenticasse pure il mio buonismo, la mia spensieratezza, la mia tranquillità, il mio "lascia passare tutto". Col cazzo.
Sono flussi di coscenza con la mente annebbiata, la voglia di spaccargli qualcosa addosso e il "rosso di rabbia" che colora il viso. Il mio viso. Assurda presunzione di trattare le persone con una superiorità immotivata ed insensata.
Voglio fottere questo mondo.
Che si fottessero tutti allora.
Cicerchiata ritrona.
Ma questa volta è spietata.

sabato 27 settembre 2008

Occupato.

Fissare una finestra, aspettando un accenno.

Sono confusissima.
Riemergono ombre dal passato e la voglia di definire la situazione incalza con un rapido passo.
Confusa davvero.
Ancor di più quando guardo da un lato la calma.
Dall'altro l'euforia.
Vuoti entrambe.
Sbagliati.
Non giusti per me.


Aspetto.
Guardo quella finestra e non vedo il modo per risolvere questa situazione, se non lo stare ferma.

Esco.
Aspetto.
In silenzio.
"Notte dolcè".

giovedì 25 settembre 2008

Mia cara.

(26 settembre 2008: La gran parte di questo post è stato cancellato. Perchè non c'è niente di più sicuro nel rispetto della Privacy. Perchè non c'è ninete di più bello, che confessarsi Solo con la tua Amica)


Scrivo tutti i giorni. Una frase su msn. Parole su un foglio. Messaggi. Post. Chat. In continuo...
Il flusso delle mie parole è interminabile. Ma è da un pezzo che [..]



[..] quando leggo di ieri, chiudo gli occhi. Forse li stringo. [..]


[..] lì... in quella busta sotto il mio letto dove conservo i calzini spaiati. [..] "appena ho tempo lo faccio", "quando ritrovo l'altro calzino li unisco". [..] li ho Dimenticati.

[..] lì dentro. Da un giorno, forse cento... [..]


Amica.
[..]

[..] rimango ancora un po' affannata.
[..]
colorare...

[..]
Io non sono una fenice. [..]


Amata da tutti,[..]

[..]
Preferivo [..]
colorare furori dalle righe, [..] qualche spicciolo che manca [..]


[..]alla consapevolezza di oggi.

Amica mia.
Tu sei l'unica [..]

[..] Quel Sorriso [..] so che non è abbastanza per me.

[..]
Leggi subito questo post, perchè è troppo "dentro" me per essere Così pubblicamente "fuori". Troppo "diretto", da essere "comprensibile". Per cui lo cancellerò domani.


[..], Ro.

[..]
...mentre rimane ancora morbido e dolce il mio abbraccio per te.
Semplici, le tre parole che ti dedico, forse quattro, oltre a queste.
Ti voglio bene. Davvero.

C.

martedì 23 settembre 2008

Chiara(mente).

Riprendo a scrivere da me.
Svuoto per rimpire di "nuovo". Di nuovo.
Perchè a furia di cancellare non c'è rimasto quasi più nulla.

Una piazza senza gente.
Una piscina senz'acqua.
Il recipiente ha un valore diverso, ma non lo perde. Il senso. Il suo senso.
Perchè non ha bisogno del contenuto per trovarlo.


Esteriorità è menzogna.
Interiorità è altro.
Decontestualizzazione


non voglio essere inquadrata in uno spazio. In un unico senso. In un tempo.
Il corpo dell'uomo è ciò che chiara(mente) ci vincola.

Chiara, mente.
Mente agli altri, con il corpo, con ciò che è evidente.
Evidentemente.


Dentro è vuota. Volutamente. Per svutare il senso del suo essere sè stessa.
Perchè sè stessi non si è mai.
Da nessuna parte.
In nessun momento.
In qualunque modo.

Vuoto
come questo bicchiere
pieno
fino a qalche secondo fa.
Piena.
Ora.
Senza niente.
Piena del mio voler essere nulla.
Chiara(mente).
Chiara
mente.

giovedì 11 settembre 2008

Oracoli.

Galleggio



Qualcuno mi regala rispose. Un bambino. Mi rivolge un bizzarro animale fatto di sabbia.
Immateriale libertà.
Bilico
sulla cima di una duna costruita da giovani braccia.
Perfezione.
Rompicapo.




Una donna sta riposando, sognando.
Mai ci fu castello di sabbia più solido come quello della "casa" che sta immaginando.
Non manca nulla in questo mondo.
Spazi aperti e ostacoli. Ombra e colore. Grandi e piccoli. L'immateriale e il solido.
Nel doppio che regola le dinamiche vitali, è una famiglia felice che primeggia. Vincendo.

Banale, è il sogno di una ragazza.
Famiglia.
Felice e


vivace nella sua cornice


di un quadro.


Diverso


Dagli altri.


Quadri.




Apparente unicità. Semplice diversità.
"Non è ciò che sembra".
Impassibile comunque.
Silenzioso e immobile, è lo sguardo di chi non giudica.
O forse non osserva
guarda ma non vede


ostacoli, mostri, montagne.

C'è qualcosa che non è piatto, che non vuole farsi inquadrare.
Non si scopre.
Quando interviene una forza opposta e contraria, i ruoli sono ciclici. Si invertono. Con ritmo regolare.

"Io sono" l'immobile e il flusso. "Lui è" il flusso e l'immobile.


Dipende.


Specchiati.
Benché l'opposto atteggiamento, dà lo stesso risultato


e non riesce ad aprire comunque Quel mondo

dove i personaggi non si osservano a vicenda, ma si accolgono.




Casa.
Ancora lei.
Un passaggio
mondi
di persone
senza le persone
ma immaginati
da costruire
colorando.




Siamo sulla soglia di un passaggio importante.
Quello che ci aspetta non si sà


e allora mi dò del tempo
a volte insistente
a volte noioso
altre volte solo. Tempo.



Per ogni cosa.



Rintocca l'ora,
una maschera esplode

nella vita come nel gioco,
nel sogno come nella sua interpretazione,
la reversibilità del ruolo permette all'oracolo di diventare domanda e alla domanda di diventare oracolo.

L'interrogativo è la regola prima, senza il quale niente avrebbe più senso.

martedì 9 settembre 2008

M'impongo:

Io Posso Imparare ad Aspettare. Per te. Solo.


         con te


sola


(n.d.r. Torno, Ro)

Acqua. Brillante. Silenziosa.

Il circolare del tutto, come in un vortice di perfezione ritorna al principio.
La scrittura è istinto: scorre.
Come l'acqua
che purifica
disseta
incanta


riflette.

Narciso si è innamorato di "sè stesso nello stagno". Della "riflessione" che ha avuto di sè stesso.
Pensava, Narciso. Pensava sulle rive del suo lago.
Prima estroflessione cognitiva.
Bizzarra teoria con cui descrivono la volontà del pensiero umano di uscire allo scoperto. Sotto-forma di immagini e parole. Suoni e colori.


Mi "estrofletto"



acqua
che scorre prima di tutto. E ritorna al principio, quando la natura era silenziosa.
Nonsifermanonsiferma. Porta fuori. Estroflette. L'acqua sì. Estroflette l'immagine di un uomo. Sotto-forma di immagini e parole. Suoni e colori.


travolta da questo andare, sono così            da brillare silenziosa.


Il circolare del tutto, come in un vortice di perfezione ritorna al principio.
La scrittura è istinto: scorre.
Come l'acqua
che purifica
disseta
incanta


riflette e
brilla silenzio.

venerdì 5 settembre 2008

Punti. Premio.

Lentamente si. Ma non indietro.
Questo sguardo che riesce ad osservare non molto lontano, ha il suo fascino.
Smania di prevedere quello che verrà.
Esaminare emozioni.
Cercare il motivo nel caos. Del caso.

Imprevedibile andare delle cose. Indipendente e inguisto talvolta.
Ci sono milioni di strade.
L'imprevisto è il bello.
L'inettitudine, però è il male.

Fermi, non ci si stà.
Una lenta serenità.
Tempo.
Lentamente scorre, ma non indietro. Nè avanti.
Ora.
Senza che quest'attimo sia infinito, nè invisibile.
Il giusto.



Relatività e opposizione.
Il tutto e il niente.


Sorridendo in questo andare, ho imparato ad osservare.

giovedì 28 agosto 2008

Think small.

Piccolo.
Piccola.
Piccoli.
Passi.


Saltellanti.
Inconcludenti.
Stanchi.
Singhiozzanti.
Infermi.

In avanti.

Stranamente non aspetto.
Stranamente




faccio e non pretendo. Mi fido di quello che mi succerà, non necessariamente così come la sto pensando, non così come adesso la vorrei e neanche nel suo esatto contrario. Ma mi fido, di questo andare.

Piccolo.

Piccola.
Piccoli.
Penisieri.


A poco alla volta la strada indicherà la meta, ma poi la metà si sposterà sempre un passo, cento, mille in avanti.
Perchè nessun punto è definitivo. Posto. Sogno. Ambizione. Persona.
Allora mi sposto.
Io. In avanti.

Piccolo.
Piccola.
Piccoli.



Relativo.

martedì 26 agosto 2008

Sorridendo e sognando.

Ho sognato di non riuscire a tenere in braccio un bambino.
Metaforiamente non so si riferisce alla mia incapacità di assumermi responsabilità in quel campo. Oppure se quello che adesso provo a prendere in braccio è un "piccolo infante".

Il giorno dopo, invece, ho sognato un figo senza pari (interdetta) che, secondo le receni notizie, è incasinato almeno quanto me (ancora più interdetta)




incasinata. Noh! In realtà io non sono icasinata. Faccio solo un po' di disordine, nella stanza e all'interno di un rapporto.
E' per questo che quando mi concentro su una persona, non riesco a farlo poi su qualcun'altro.

Adesso.
Guardo indentro e ci sono ricordi.
Guardo davanti e non c'è un bel cazzo.

Oggi ciecerchiata, parla. Parla con gli altri, come su un palco. Sicura e bellissima. E chi l'avrebbe mai detto che cicerchiata è pure bella. Peggio. Che si definisce bella.
A dimostrazione del fatto che ci sono cose che possono cambiare.
Altre no. Per niente.

Mi scatto foto. Mi osservo.
Quasi come un narciso, guardo al mio stagno. Non vedo altro che me.
Egoismo spensierato e voglia di pensare che andrà bene.
Ma fermiamoci qui, perchè ad un'assurda euforia l'alter sta insegnando all'ego che sussegue sempre una grandissima depressione.

Essia.
Essia imparare a restare a mezz'aria, dove tutti vogliono stare, per vedere quello che si prova.
Signore, sono già 'n pezzo avanti.

Aveva ragione Lei.
Io corro eccessivamente. Ancora di più se gli altri vanno piano.

Cancellerò il libro.
A breve.
A breve un grande cambiamento.
O la vhà.
........
........
O la vhà.


Adesso mi prendo il tempo necessario per pensare.



Quindi chiamo nicotina.
Leggo e capisco che è arrivato il momento giusto per mettersi da parte.

Sorridendo e

lunedì 25 agosto 2008

Tokidoki.

A volte succede.

Può succedere.
Succede anche a me.

Non si parla di punteggiatura. Non di cambiamento.
Ma di Quel sorriso.
La forza giusta e necessaria per affrontare il giorno. La mattina.
Quando anche una pessima colazione non ti cambia l'umore.

La stabilità d'animo.
La forza nelle braccia.
La grinta nelle gambe.
Speri.





Speri che nessuno più possa distruggere ancora una volta tutto questo. Ma sai che alla fine sarà così un'altra volta. Eppure non te ne frega un cazzo.
Perchè io ci sto con me stessa.


Altalene, girotondi, dondoli.
Non prendiamoci in giro.
Al buio si alterna sempre la luce e alla luce il buio.
Convivono.
Le zone d'ombra e i contrasti sono bellezza.
Sono "sapere apprezzare la luce".
Rifugi.

La cecità non è vedere il buio, ma accade contrariamente anche per la forte luce.
Abbagliati.
Siamo sempre ciechi.


La felicità è cecità e consapevolezza.

Quando sai come funziona la vita              e nonostante questo, ti piace.




Music by: All About Max. "Circled Song".

martedì 29 luglio 2008

Ancora il clima.

Non sopporto la temperatura.

martedì 22 luglio 2008

Esigenza.

Mi hanno insegnato a mettere i punti alla fine di una frase. Una parola. 

Ma non sono ancora in grado di mettere i punti nella vita



solo degli spazi 






vuoti


da riempire







prima o poi



.

Punto.

Pentirsi di averci sperato così a lungo, succede spesso. 
Analisi di prima mattina: godo di ottima salute.

Esigenze.
Se il tempo fosse infinito non sarebbe mai abbastanza per fare tutto quello che vorrei.
Cento e più cose. In pugno ho solo della sabbia. Ma non so costruire il mio castello. 
In un ring infinito, tra finti dubbi e false verità, tutto e il contrario di tutto. 

Colpevole.
Di questo.
Mi prendo le colpe di chi non ha la patente per potermi guidare.
Io, sulla macchina ci sono salita a sei anni. Era la culla per una bambina che non riusciva a dormire. E lo sfogo di una donna che non vuole essere a mezz'aria.
Ma non voglio guidare.


Abbiamo detto che era semplice. 
Abbiamo detto che a mezz'aria non ci si stava.



Abbiamo detto.





Esigenza.





Se raccogli la sabbia con una mano e la stringi in un pugno, la sabbia fugge via.
Se la supporti con il palmo della mano aperto, resta lì.




Chiudo il pugno.

venerdì 18 luglio 2008

Forse.

Ma anche no.

martedì 15 luglio 2008

Tranx.

Tranquillità.

Tranquillità.


Magone grosso come l'everest.
Una lacrima che non scende.
Che non scende più.

Questo è l'angolo delle paranoie. 
Ma ci sono dei momento felici.

Momenti.
Felici.

Quando senti che ci sono mille e più cose da dire, come si fa a spezzare la catena con quel lucchetto di cui non trovi più le chiavi?
Avevo provato a tagliarla, una volta, quella catena.
La catena di una bici rubata e mai utilizzata. 
Poi il mio coinquilino ha trovato una soluzione migliore: l'ha fatta uscire sana, smontando il filo del freno. 
L'ha eliminata, senza spezzarla. E l'ha buttata.  

Forse c'è una strada più corta.
Forse se non fosse una catena e sarebbe un baule, allora potrei pensare di abbandonarlo e sotterrarlo. 

Mi hanno dato una catena con la combinazione adesso. Senza chiave, senza lucchetto.
Per la mia nuova bici.
Tre numeri. Di facile memoria. Molto semplice.
Ma io penso al mio lucchetto.....
Io penso a quella catena....

E anche se la immagino come un baule, non mi cambia un cazzo.

Cosa fai stasera?
Ti va se stiamo insieme?


Forse potrei aprirla da lì.

Tranx.


sabato 5 luglio 2008

Saldi.

Uno schiaffio.
Mille schiffi.

Guardo la mia strada: è illuminata per la metà.
Una casa in costruzione e un terreno che non è ancora in vendita.
Bevo grappa e sambuca.
Palpebre pesanti. Stanchezza e voglia di non pensare a ciò che fare.

Nella maturità di questi anni, sono combattuta tra il perdere qualcuno oppure rischiare fino in fondo per averlo. Ma non ho ancora capito se lo voglio avere oppure se non mi interessa nulla di perderlo.
Sbaglio tanto e dimostro il contrario di quello che sono.
Forse devo ancora imparare a contare prima di fare o di parlare.
Magari saprei contare, ma non voglio farlo.

Un rosso di rabbia e gelosia appannano il mio ragionamento.
Confusione su ciò che voglio.
Ancora una volta porto sul ring una persona per lottare con me stessa.

Tu non sei per me.
Io non sono per te.
Ma. Ma.
Non so perchè ci rifletto. Spero. Sogno. Chiedo.


Chiedo di uscirne pulita. Chiedo di non perdere. Vorrei vincere.
Non mi impegno.
No.
In questa causa non ci ho messo dell'impegno. Non ora.
Un tempo si.
Ma è bastato.
Allora perchè non basta?

Noi non staremo insieme. Tu non lo vuoi.
Io forse, non lo voglio di conseguenza.
Il mio modo di cercare attenzioni non è giusto.

Esci da me. Oppure entraci.
Te lo devo dire.
Ma non lo faccio.
Sono sempre qui.
Ma non sono mai abbastanza.
Scomparendo mi ricercheresti.

Scomparendo.













Per mesi. Per mesi ho cercato una ragione.
Ti ho creduto in un modo, poi in un altro. Fino ad arrivare a mille diversi sè.
Ho dato colpe solo a te. Poi solo a me. Poi ad entrambe.
Ma non ancora così.
Forse, la pazzia che mi caratterizza mi porterebbe a dire: "si rischiamo".
Non vedo un punto di inizio.
Ma vorrei abbracciarti.
Con la consapevolezza di adesso, mi piacerebbe tornare indietro a sei lunghissimi mesi fa, ed essere quello che non sono stata. Rimanendo sempre e comunque me stessa.


I sogno cambiano.
Io non credo in un futuro che ci vede uniti, ma non voglio assolutamente dimostrarti una superficiatà che non mi appartiene.
Inutili parole si susseguono in un battito veloce e senza fiato di una tastiera che utilizzerò solo per pochi altri giorni.

Un anno.
Sto pagando il mutuo. Ma guardo quel terreno.
Non è ancora in vendita.
Vorrei che fosse in saldo.
Vorrei poter acquistarlo.
Vorrei averlo come regalo.
Vorrei.
Averlo.

giovedì 3 luglio 2008

caldo e confusione

L'unica fonte di aria proviene dalle ventole di questo minuscolo ventilatore.
Troppo piccolo per un caldissimo giovedì pomeriggio. Per dare respiro a 5 persone.
Soffoco.

martedì 1 luglio 2008

ma che cazzo sto facendo..

libertà e solitudine.


Non voglio nessuno vicino.
Ma se vi chiamo allora rispondete.

Scusa.
Ma dov'è il problema?



Ai posteri....
C.

lunedì 30 giugno 2008

Primo

Che disordine.

Rischiare. Sbagliare.

Al massimo scappo alle Hawaii.

Poche frasi dettate dalla stanchezza. Dita che battono violente sulla tastiera a peso morto.
Sonno.

Al massimo scappo alle Hawaii.
Non ci sono mai stata. Infondo.

Smile.
C.

venerdì 27 giugno 2008

Commento dell'autore.

©icerchiata è una donna che oggi ha quasi 25 anni.
Scrive il suo primo libro a 23. Quando faceva i primi passi per diventare una donna.

Nell'andare il testo si perde.
Si perde in un'autobiografia personale, dove nomi e persone si avvicinano sempre di più alla relatà.


Nessuna sosta e poco fiato verso la sua Arringa Finale.
©icerchiata ci arriva stanca e stremata.

Che salita!


Oggi, ha in progetto una vera pubblicazione. Si spera.


Questo libro nasce da un'esigenza personale di interrogarsi. Davvero poco interessante per voi lettori.
Ammetto, però, che qualcuno si è affezionato davvero alle avventure della povera ©icerchiata sempre svalvolata.

Alla fine del percorso, tanto è cambiato.
Ma altro è rimasto assolutamente uguale.
Dannatamente uguale.

Una costante è il suo sorriso.





Da quel giorno, Francesco non è mai più entrato nella sua vita. Non in quella maniera.
©icerchiata continua, però, ad incampare. Ancora. Tanto. Non con lui.

In cambio, nessuna delle sue due voci interiori sono state più soppresse: fanno chiasso entrambe. Per una vivacità coloratissima!!!!

E' riuscita finalmente a parlare con se stessa e a provare a capirsi, quanto più possibile.....

perchè noi siamo i primi a cui stringiamo la mano, ma gli ultimi che conosciamo fino in fondo.


(dall'ultimo giorno di lavoro da dipendente!)
Fossombrone. 27 giugno 2008.

grazie a tutti.
©.

lunedì 23 giugno 2008

Spiragli di luce

Timidamente tra le rovine.
Il bianco buca il nero. E prova a toccare terra con dei fili, forse d'erba, resi forti dal contrasto, ma che, in realtà, sono fragili.

Decontestualizzazione di un ogetto, che assume senso attraverso il mio sguardo.
Lì nell'angolo, la punta dell'iceberg è illumitata.
Sembra essere perfetta, ma abbandonata. In superficie ci sono pezzi rotti di un'esplosione arcana, si mischiano al perfetto disordine del suolo.
E' l'invasione del resto, ma non voluta.
Mi piace pensarla così.

Due sfere. Due colori. Due dimensioni.
Il doppio che regola ogni cosa.

Contrasti di sensazioni.
Soffocamento e pace.
Solitudine e affollamento.
Sicurezza e rischio.

Da quei rami si può salire e si può scendere.

Sembra si possa star bene nell'ombra, così come nella luce.
Perchè non c'è tristezza in sè, ma nel contrasto tra quello che si vede e quello che si sente.
Tra ciò che si vuole e quello che si prende.
Tra il dove vorresti essere e il dove sei.
Per scelta.
Perchè si sceglie.

Si sceglie dove stare.
Si sceglie cosa guardare.
La prospettiva della luce, gioca strani scherzi.

In entrambe i lati, sembra che ci sia sempre qualche "ombra".

Forse è meglio andare lì.
Forse è meglio andare.

Ultimo Lunedì

Poche cose da sbrigare in ufficio. Le ultime. 


Molto tempo per pensare... e dire che lo facevo già abbastanza.
Area condizionata dentro l'ufficio / caldo afoso fuori. 
Ancora una volta il clima. 
 
Esterno/ Interno. 
Dentro / Fuori. 

Alter / Ego. 

Vedo i vetri che si appannano e delle piccole gocce che scendono giù lungo questa pellicola trasparente da cui poter guardare. Osservare. Vedere. Provare. 

 
L'altalena un secondo è su e l'altro è giù. 
Questo pendolo senza sosta, passa in un centrale momento che chiamerei "calma". 










Abbinateci voi un aggettivo. 

©icerchiata. 

venerdì 20 giugno 2008

Penultimo venerdì

Una settimana esatta dalla fine. 


Mangerò un panino Roberto per festeggiare!!!

martedì 17 giugno 2008

Un passo in più

Indipendenza è la parola d'ordine. 

Ma mi dicono che non fa rima con condivisione.
Io non ci credo. 

Mi sento sbagliata. 


Thinking about AlterVsEgo ©icerchiata.

lunedì 16 giugno 2008

Chi mi ama mi segua

Lascio a metà un progetto e ne inizio subito un altro.

Instabile.

Forse per la voglia di aggiornare questo blog.
Per non lasciare a bocca asciutta chi sta aspettando il finale di "Alter Vs Ego". 
Ma continuo a scrivere. Per passione, per istinto, per dovere. 

Dovere. 
Libera professionista a breve, non voglio catene. 
Non capisco dove sto arrivando, ma intanto vado. 

D'obbligo sorridere ed incastrare ogni cosa. 
Non dire mai di no. 

Nel tragitto qualcosa verrà preso, altro verrà perso.
Chi mi ama mi segua. 

©icerchiata. 

domenica 8 giugno 2008

Provare

Con gli occhi a terra, saltello sulle scale.

Voltandomi ti vedo fermo.

Mi affaccio alla finestra, ma il panorama è diverso.

Voltandomi, tu non lo stai vedendo.

Il tuo arrossire. Il mio parlare.

Quanto vuoto in questa stanza.



Stiamo dove allora,

ma solo adesso vedo quanto riempivamo.

Gioia ed agitazione: mischiavamo i confini.

Strette le tue mani. Forte il mio sorriso.

Sguardi persi in un bianca gioia.

Luce a dare forza ad ali pulite

Era come rubare la ragione e ucciderla con l’immaginazione.


Vendi ora le chiavi di quel mondo.

Quello in cui tu non vuoi più entrare.

Le comprerò io per te.


Distrazione di un secondo,

i ricordi sono di una rapida vita.

Immobile e agitato, tu hai freddo in questo buio.

Evitando di guardare, non capisco perché hai paura.

Se è vero quello che dici,

allora sorridi ora.

Ma il tuo rosso d’imbarazzo.

Svuota questa stanza.


Acceco di luce odiosa.

Assordo come una cantante stonata.

Sono goffa come un fallito clown.

Questo e il loro esatto contrario.

Voglio essere il tuo limite, ma la mia perfezione.


Non sono io ad aver ragione.

Prova a smettere di darmela.

Pretendi la tua gioia.

Non sono io a farti felice.

Mi placo in queste parole.

Perché un senso io l’ho trovato,

tu me l’hai dato e poi l’hai dimenticato.

giovedì 5 giugno 2008

Così.

Tanto per scrivere.
Voglia di leggere.

Ho usato un foglio bianco "amico" per provare a spiegare cosa vuol dire. Per provare. Per spiegare.
Cosa vuol dire "farsi prendere dal momento" e poi dimenticare.
Perchè ho imparato a farlo.

Dimenticare.
Il passato si ripresenta, il futuro sempre uguale a ieri. Nel presente provo solo a ricordare ciò che serve per imparare.

Sorprendersi.
Di come c'è chi si accontenta di rimanere così. Fermi dentro se stessi. Profondamente e in movimento apparente.
Fermi.

Sorprendersi.
Di come c'è un sorriso che resta, quello che solo un'amica ti riesce a regalare. Mai fu così splendido.
Conferma di come la vita va condivisa.

Perchè la natura non ha fine e non ha inizio.
Nell'amore, c'è posto per tutti.

mercoledì 7 maggio 2008

Punto.

Da sola nel mio ufficio.

Apro la finestra: aria di primavera.
I bambini escono da scuola, tolgo gli auricolari dal monitor e soffoco le loro voci con la MIA musica: pace.

Sono questi i momeni in cui, sola con i miei pensieri e il mio sorriso, mi faccio compagnia con questo "virtuale" foglio bianco.
Tutto questo è meraviglioso.

Arriva una signora, non la ascolto, mi lascia una busta e la mando a casa.
Voglio ancora stare così finchè è possibile.
Grazie.

Grazie.
Ringrazio e sorrido alle persone che mi conoscono così tanto bene da immaginarmi così.
Con un sorriso da ebete, sospirante e felice.

Alcuni lo chiamano Nirvana, altri pace dei sensi, equilibrio. Io semplicemente felicità.
Quando quel nulla ti rende felice, quando quel "solo" basta e avanza.
Quanto spazio che ho a disposizione.

Si, adoro gli sapzi aperti.
E' per questo che non tengo mai nulla dentro e cerco sempre di liberare anche quello che dentro di me, magari, non è ancora entrato.
Condivisione.
Forse è per quello.
Ma certamente è perchè amo "Dire".

Silenzio.
Che belle note.

Fuori dal tempo e dalla spazio.
Questa sì che è una bella pausa pranzo.
Ecco.

Si.
Ecco.
Punto.

(ThankYou, talk about joy)

martedì 22 aprile 2008

Primo Sondaggio

SI STA PER APRIRE IL PRIMO SONDAGGIO DI QUESTO BLOG.

secondo voi sono:

un pacco all inclusive!!! (inteso come, prendimi tutta!)
un pacco all inclusive!!! (inteso come, prendo su tutto!)
un pacchetto all esclucive!!! (inteso come, escludo tutto!)
un pacco. punto! (inteso come, sono una esclusività!)
una black box (inteso come, non ti si capisce per un cazzo!)
nà scatola. (grezza, de cartone e che n'vale manco na lira)

?????????????

ciao dalla vostra cicerchiata sempre interrogata!

lunedì 21 aprile 2008

L'oroscopo suggerisce

Suggerisce di scrivere il mio credo. Tipo la storia di Radio Freccia.
Sto giro, Rob mi ha delusa.
Mi sembra un po' nà stronzata come cosa, ma ci voglio provare, in diretta, vediamo cosa salta fuori.

..... (cambio tono di voce)

Credo nel sole, che ogni volta conferma il mio sorriso.
Credo nelle favole, perchè se qualcuno le ha scritte, allora da qualche parte, quel mondo l'avrà pur visto.
Credo nelle ambizioni, perchè nel tragitto, qualcosa, viene sempre raccolto.
Credo nell'amicizia, perchè quando non c'è il sesso di mezzo, allora è tutto più semplice.
Credo nella prima colazione, perchè partire con il piede giusto è già metà vittoria.
Credo nelle persone, purtroppo, sempre.
Credo nelle parole, perchè se scrivo, un motivo ci sarà.
Credo nelle domande irrisolte, perchè sono un modo per vedere al di là del convenzionale punto di vista, perchè ti tengono vivo.
Credo nel mio Alter e nel mio Ego, perchè sono in lotta. E va bene così.


Credo nell'amore, ma non vorrò mai sapere il perchè.


... (tono silenzioso-riflessivo)


"Credo che l'oroscopo aveva ragione. Ho scritto tutto d'un fiato."

Piccola e ingenua, ad un esame all'università, mi chiesero di fare un autoritratto. E tutto quello che mi venne in mente erano i "lavori in corso" ... oppure in corsa? Aggiungerei oggi.
Ci sono cose che non cambiano.
Ci sono cose che non cambiano?

Non lo so. Peròòòòòò, c'ho ragione! E i fatti mi cosano!

Notte Amici.
Dalla votra Cicerchiata sempre un po' intrippata. (smile)

mercoledì 16 aprile 2008

Commenti, quanti consensi!

Ma ragazzi, a me non piace l'ottavo capitolo!!!

©icerchiata è sempre autocriticata e anche autoannoiata dalla sua lettura!

Però grazie infinite... perchè l'emozione, a quanto pare a voi è arrivata lo stesso! (n.d.r. Serata Montezuma Crazy House. Frase accompagnata dal gesto della mano sul cuore. UH!)

Scherzi a parte. Contenta di aver tirato in mezzo nei commenti anche chi non riusciva a farlo prima: avete visto che non è poi così difficile?!

Dai giò, è un gioco da ragazzi!

Però raga, occhio con in nomi e cognomi!!!!!!
Il riferimento ad ogni animale (da me) maltrattato deve rimanere nell'anonimato!

DIAMO VITA A QUESTO BLOG.
Perchè la lotta tra l'Ego e l'Alter, continua.


Buon lavoro a tutti e grasssie, dalla vostra
©icerchiata for President

lunedì 14 aprile 2008

Esercizi di stile

Pausa pranzo. Frutta a pezzi già tagliata e pronta.

La finestra di fronte a me è chiusa. Quella alla mia sinistra è spalancata. Ed è da lì che finalmente può entrare nella stanza dell'ufficio, il profumo della primavera.
Ma nonostante il caldo, la vaschetta "pronta e servita" presa dal banco frigo, mi lascia le punta delle dita gelide.
Allora le riscaldo sulla tastiera.

Le mamme di domani saranno le ragazze di oggi, che sono bravissime a svuotare scatolette per mangiare e non vivono senza il congelatore.

La frutta gonfia.
Ne mangio ancora un altro po' e poi smetto, giuro.

Arriva il mio collega e mi offre un cioccolatino.
Mangio anche quello.
Chiudo la pausa con il caffè.
E il post senza un perchè.

O mio Dio. Questa è stata terribbilie.

saluti e baci dalla vostra

©icerchiata sempre (s)fruttata!

giovedì 10 aprile 2008

La vita non è solo lavoro

Un fuori campo, ancora, per voi.
Per chi sta aspettando il prossimo capitolo che tarda ad arrivare.

Ma ©icerchiata (sempre indaffarata), porta avanti i suoi progetti, con successo finora, senza però dimenticare il suo sogno nel casseto.

Sta arrivando. L'ultimo capitolo del "primo ring".
Eh si, perchè "Alter Contro Ego", si divide in due grandi parti. Due lotte spietate, come sempre, tra cuore e ragione, razionalità ed istinto.

Tra ciò che vedo e ciò che non voglio accettare.

Testarda. Maledettamente testarda.


E' per questo che vi chiedo di avere fiducia.
Perchè non dimentico la promessa.

Pubblicherò i prossimi capitoli e giungereme al finale della mia lotta.

Con l'occasione, ringrazio per i supporti morali, che sono arrivati calorosi, più di quanto mi aspettassi.

Sinceramente Grazie.

©icerchiata.

venerdì 4 aprile 2008

Ascoltare i silenzi

Una mezza felicità, è sofferenza per la restante parte...


Silenzio.

Omertà.

Comodità.


I miei flussi di coscienza, mi conducono verso un'unica direzione.

Ma c'è una parte di cuore che spinge sempre verso quella opposta.


A tratti tanto distante, a tratti vicino.


Perchè?

Mi scrivono, "perchè sembra che ci sia tutto quello che serve: divertimento, attrazione, passione, complicità. Eppure lui non riesce ad innamorarsi di me?"


Perché non si guarda con gli stessi occhi.

Unedit by Ego©icerchiata

mercoledì 2 aprile 2008

una sola parola?

EGO: illusione

ALTER: speranza

©icerhcita: REALTA'...... (aggiungerei triste realtà.......)


"come un fuoco che odio, ma che non spengo!"


E Poi Vienimi A Dire Che Questo Amore Non Egrande Come Tutto Il Cielo Sopra Di Noi - Moltheni.

giovedì 27 marzo 2008

Clima

Alter:
non mollare, ma continua ad amarti. Oppure inizia a farlo. Non badare a chi dice che non ne vale la pena, ascolta sempre il tuo cuore, ma guarda con la ragione.

Ego:
dimentica. Fine. Devi essere forte. Tira fuori l'orgoglio di una donna. Molla il colpo. Quando non sai cosa fare. Non fare nulla. Ma non perdere di vista l'obiettivo.




Pubblicated by Ego©icerchiata

martedì 25 marzo 2008

Scheletro nell'armadio

Mattina il sole. Pomeriggio la pioggia. Sera il freddo.

Altaleno in base al tempo determinazione ed indecisione. Forza e debolezza.
Cerco me stessa, ma non sento più nessuna voce, nè dal mio Ego nè dal mio Alter. Sono in piena deriva.
Qualche secondo fa la riva ed ora è già alto mare.

Cos'è giusto?
Domande che mi fanno compagnia.

Aspetto.
In questo momento sto aspettando, qualcuno oppure semplicemente un'illuminazione.
Guardo una mano vicina. La sento diversa o forse sempre uguale.
Non ho mai visto a fondo? Oppure adesso guardo solo in superficie?

Cos'è giusto?
Dettagli.
Colori.
Tracce del tempo.
Costanti che non cambiano.

Lo sguardo è a terra, ricerca il vuoto in cui perdersi. Si alza solo quando il vuoto è proprio lì davanti a me.

Sono le parole che mi tengono compagnia. Mentre alcuni pensieri adesso, lo fanno molto meno.
Parole che non vengono Mai capite. Da nessuno.
Sono attimi. Emozioni che durano un secondo.
Sono lampi. Segreti profondi.
Sono momenti. Passioni che cercano il loro senso. In un futuro. Quando questo senso, molto probabilmente sarà perso del tutto.

Io, le rileggerò con il sorriso.


Ciao.
Ciao.

Pubblicated by Alter©icerchiata

martedì 18 marzo 2008

Lascia o raddoppia

Marzo Pazzo. Fuori piove. 

Il caldo dominava, solo "una nuvola fa".

Tante ne sono passate prima e altre ne passeranno ancora. Ma solo alcune celano le loro primaverili gocce invisibili. Quali? Sarebbe meraviglioso indovinare.

Cadono giù d'un tratto e poi smettono. 
Che girotondo.

Vertigini. Sinonimo di capogiro e di vuoto. Di un piano rialzato da cui guardare giù. E poi ancora giù, più giù. 
Perché dall'alto di un burrone ci vedo sempre un campo di margherite?

Prati verdi e distese floreali. Mi lancio.

Ma ho sempre la vista annebbiata dai raggi di luce che rimpiccioliscono il mio iride.
Sono cieca? O mi lascio accecare? 



Pubblicated by Alter©icerchiata

giovedì 13 marzo 2008

Primo grande successo

©icerchiata ringrazia tutti i lettori e i commentatori, perchè dopo un misero mese di vita e senza neanche tanto impegno, il blog è in prima pagina su google digitando "Alter contro Ego"

Continuiamo così!

Facciamo URLARE queste corde vocali.

Grazie di cuore.

AlterEgo©icerchiata

mercoledì 12 marzo 2008

Piede Ballerino

Inutilità. Invisibilità.




Dove sei?



Non ti vedo. Tu sei più invisibile di me.
Non ci sei. Ma io continuo a volerti vedere.



Stupidità.




Testardaggine.


Convinzione.
Parole vuote che leggo e scrivo da sola. Non un lettore. Perchè neanche se le leggessi, non lo faresti mai fino in fondo.






Sono ancora qui.
Rimani pure tu.


Contrasto.
Sofferenza.


(Sor)prendimi.

Fuso orario

Mi domando come sia possibile che, a volte, l’Amore non basti.
Secondo una teoria scientifica, (di cui ho già parlato) la comunicazione è un’azione improbabile: di quello che l’ego invia all’alter, arriva solo il 2%. Mai nessuno mi ha dimostrato il contrario.

Mi soffermo a riflettere sulle parole di due amanti incalliti, che non trovano un codice comune, che non riescono a dialogare e si allontanano.
Mi chiedo, in qualunque momento della giornata, il motivo per il quale parole diverse possano avere lo stesso significato, eppure sembrano apparentemente contrastanti.
La paura, forse è ancora lei ad alzare barriere insormontabili. Mista ad un orgoglio che irrompe sulla scena e conduce a rimanere lì, sempre_fermi_nelle_proprie decisioni.

Si parla di ologrammi, di proiezioni mentali, che diventano convinzioni sbagliate. Perché l’amore e la voglia di amare, ancora di più, offuscano le parole e la loro interpretazione. Dannata, maledetta interpretazione. Che tu sia dannata ancora una volta
Perché non c’è interpretazione dietro ad un «tu sei tutto quello che voglio» e il dialogo dovrebbe chiudersi lì, dal principio, dal principio per cui nasce.
Tu sei tutto ciò che voglio. Cosa altro c’è da aggiungere?
C’è da aggiungere un perché infinito, che conduce inevitabilmente a scoprire che l’immagine e la proiezione mentale dell’altro è sicuramente sbagliata: come possiamo pretendere che ciò che vediamo noi sia la ragione assoluta? E che soprattutto l’immagine che noi abbiamo dell’altro combaci con quella che l’altro ha di se stesso?
Si chiama fiducia cieca, stupidamente detta rischio.

Non c’è rischio, non c’è complessità, non ci sono ostacoli, ma si vengono a creare nel preciso istante in cui tenti di spiegare cose inspiegabili. Perchè quando la ragione fa il suo porco passo e si interpone tra due cuori, purtroppo vince sempre.

Il danno è che vince sulla vita, ma mai non nel tuo cuore.

E la decisione finale, entra sempre in contrasto con quello che si desidera realmente.
Soffrire è l’unica conseguenza possibile.

Perché parlare ancora? Perché chiedere? Cosa chiedere?
Quando lo stare insieme sarebbe la soluzione a tutti i mali, dovremmo imparare semplicemente a tenere la bocca chiusa e il cervello spento. E invece no.
Non succede. Mai. Mai. Mai.
Il dialogo può essere la cura e il male, allo stesso tempo, nei rapporti. Le abitudini, i limiti, i cambiamenti difficili e la poca pazienza lo sono ancora di più.

Ognuno di noi, però, dovrebbe fare lo sforzo di osservare prima di tutto il proprio terreno, se si vuole parlare di quello dell’altro. Perché ci sono terreni poco fertili, fragili e deserti, e potrebbero essere anche i nostri.
Eppure ci piace pensare che non sia così. Sembra essere la cosa più semplice e sicura da fare: rimanere nel nostro confine e pretendere che sia l'altro a sconfinare nel nostro. Chi fa il primo passo?
Questi due amanti l'hanno chiamana mancanza di tempismo.

Cristo Santo.

L’Amore_da_solo, forse, basterebbe.



Unedit by Alter©icerchiata

mercoledì 5 marzo 2008

Servizio a domicilio: la Coop di ©icerchiata.

I grandi supermercati sono stati definiti, dalle recenti teorie sociologiche, come dei non-luoghi.
Augè parla di un attraversamento di persone accelerato, che non consente di creare una relazione tra le persone e il luogo stesso.

Per me, il supermercato è un non-luogo, nel senso che non esiste. Punto.

Immensi scaffali e troppa scelta. Un’etichetta diversa per oggetti identici. Il mio acquisto si concentra sui colori, che poi sono anche quelli più costosi.
Dannata propensione alla riflessione.
Maledetto spirito commerciale che mi porta ad immaginare, sempre, la strategia pubblicitaria che c’è dietro ad ogni cosa.
Mi perdo.
E la boutique gucci_solo_prodotti_fashion sotto casa mia, non è adeguata al mio portafoglio: non posso permettermi altre rate, oltre a quelle della macchina.

Per cui, non mi rimane alternativa:

Rifletto guardando i prodotti:
- Ma se mettessimo le persone sugli scaffali, l’effetto sarebbe lo stesso?
- Ma le tecniche di omologazione di noi stessi vengono prima di quelle dei prodotti?
- Ma chi viene prima l’uomo o la gallina?
No, le uova mi scadono sempre in frigo. Prendo una gallina?
Un momento:
- Qual era l’animale infetto sto giro?
Mucca psicopatica, gallina con due gambe o pollo senza petto?

Dopo anni di esperienza ho imparato.
Vado sul sicuro: Findus. Surgelato.
Così quello che c’è dentro non lo saprò mai.

Faccio la mia pausa pranzo fuori casa, per lavoro. Quindi ho bisogno di comprare cibi che non devono essere cucinati: prosciutto crudo, mozzarella, pomodori, bresaola.
Pratici e comodi: apri, svuoti, mangi.
Si. Solo per il pranzo. Mi ripeto.
Ma poi, caso vuole, che esagero sempre con le quantità e mi ritrovo a mangiarli anche la sera.
E vabbè - «è un peccato buttarli via» - direbbe mia nonna.

Dopo sei anni in giro con il carrello nei supermercati, ho provato di tutto: lista della spesa, spesa in compagnia, spesa per gli amici. Spesa giornaliera, spesa mensile, spesa settimanale. Prendo il carrello grande, prendo il carrello piccolo, dimentico il carrello.
Cibi biologici, cibi salutari, cibi veloci.
Nulla.
Il risultato non cambia mai.
Scegliere cosa comprare è per me davvero inutile e tempo sprecato.
Dovrebbe esserci un servizio a domicilio:
- 120 gr di prosciutto;
- una fettina di carne;
- un kg di pasta.
Punto.
Cos’è che manca?
Ah.
- Del pane.

E invece no.
Cibi inventati. Marche di qualità. Prendi tre paghi due. Compra questo prodotto e ti regaliamo una casa. Ma sapete quanta gente c’è in un supermercato il sabato mattina?

Che malumore.


Ok. Ho imparato.

Mi munisco di I-pod e tuta.
Regalo note e sportività ai miei pensieri.
Obiettivo: automatismo nella scelta e ottimizzazione del tempo.
Entro alle 11:00 e alle 11:15 sono già in fila.
Dopo le prime corsie, infatti, metto il carrello vicino alle casse e lo riempio facendo avanti e indietro. Scivolo sulle mie scarpe da ginnastica, investendo i bambini rincoglioniti e le fighette pignole.

Alla cassa, se ho dimenticato qualcosa, vorrà dire che ne farò a meno.


Almeno per un bel pezzo.

AlterEgo©icerchiata

giovedì 28 febbraio 2008

Una promessa (almeno) la mantengo...

«Mi ritrovai in una selva oscura…», ma all’imporvviso una luce: la black box sembra essere più chiara…
Tra codici e segni strani, un faro illumina il design del mio blog e il linguaggio html, nonostante sia già buio pesto intorno a me!!!
E’ l’una di notte.
Ma siamo ancora davanti ad un pc, per cercare di risolvere i capricci di una ©icerchiata molto poco esperta sia di blog che di html: un delirio!
Eppure Lui resiste. Il Dante della situazione.
Resiste soprattutto alle mie provocazioni intimidatorie:

- «Non fare il grafico esecutivo! Consigliami sulle scelte!».

Evvvvvia con le porposte!
Che peccato che erano le più complicate da eseguire.
Ma Dante non si arrende. Con il cappuccio in testa e gli occhi semi chiusi, continua a passare da un programma all’altro per dare un senso a questo blog.

Ti avviso: «c’è ancora un po’ di lavoro da fare, però mio caro! Sai bene che ©icerchiata non si accontenta mai. Quindi, non adagiamoci: si può sempre migliorare.»

Una soddisfazione? Oggi guardavo il blog e pensavo: «che fico!! E’ proprio SPECIALO».

Ironia a parte, a te va il mio grazie più sentito.
Che solo in parte è rivolto alle ore passate davani ad uno schermo. Perché c’è ben tanto altro per cui vorrei ringraziarti…. Ma questa è un’altra TERIBBBBILE storia!

Un saluto dalla ©asalingadisperata. ;)

mercoledì 27 febbraio 2008

Impronte digitali...

Questo post è per Te.

E’ per la Pamela, che mi ha scritto per ben 100 volte nella mail: «domani andrà meglio».
E’ per Ale e la Laura. Che mi hanno aiutato. Aiutato a sorridere e a farmi capire che di passi ne ho fatti, ma ce ne sono ancora altri, tanti, da fare. E che ce ne saranno sempre.

Questo post è per me.

Perché oggi ho provato a fare a meno di te. E mi è sembrato meglio.

Le tue mani sono fredde. Direi gelide.
Il tuo passo è rapido e vacillante.
Le tue braccia sono deboli.
Non seguirò più le tue impronte. Neanche (forse soprattutto) quelle “digitali”. Non posso.

Il destino di oggi supporta le mie scelte. I bag dal tuo cervello si sono trasferiti nel mio mac.
Hai tu le colpe di questa fine e di queste parole.
Perchè l’equilibrio nelle cose non esiste più, dal momento in cui ho scoperto, che l’essere “te” in quel “Noi”, è solo una parte del tuo essere Te_stesso.

Io camminavo per la mia strada e tu non sei inciampato su di me. Mi hai cercato e ricercato. Hai aspettato, guardato, apprezzato, provato. Bhè provato. Ecco. Questa è l’unica cosa che non hai mai fatto. Provare.
Mio parde ha ragione. Un mille piedi se pensa a tutte le sue gambe si ferma.
E allora resta pure lì.

L’ambivalenza degli eccessi, trasforma la tua corsa in un’inchiodata. Il loro valore è identico.
Personalmente lo definisco inutile.
Quell'eccesso, il tuo sempre_eccesso, mi ha lasciato l’amaro di una persona che vive sospeso sulla linea da sempre criticata: la mediocrità.

Lascia pure le tue braccia deboli, anche se deve essere una debolezza riservata solo a me.

Stringo i pugni. Mi volto e sei lontano. Sto correndo? Si. Ancora.
Ironia della sorte, il verso del mio andare è quello contrario.

C’è un’icona sul computer che mi parla di te.
Una gestualità mancante, un’affinità lontana, ma non ancora dimenticata. Un dolore sottile e invisibile.
L’ho rimossa oggi.
Rimuovendo sostanza e colore, dallo schermo.

«Il motivo delle cose, non bisogna sempre cercarlo così disperatamente.» – provano ad insegnarmi.
Ho scoperto da questo che la rassegnazione, ha anche una veste positiva.

Ma faccio ancora una fatica infinita.
Il tuo esordio sul mio blog è firmato dal mio Ego.

Pubblicto da Ego©icerchiata

martedì 26 febbraio 2008

Nell'anno 2012

Sono state ritrovate altre quartine di Nostra Damus, che coincidono con fatti realmente accaduti.
Si blatera che il 21-12-2012 il mondo finirà. Concetto ribadito anche dal calendario Maya.

Io non ci credo.

Però questi sono i propositi lanciati istintivamente da Ego e Alter.

Domani, cambierò idea di sicuro!

EGO:
1. Perdere 5 chili
2. Mettermi in proprio
3. Girare tutte le capitali d’Europa (almeno)
4. Andare in Sicilia
5. Imparare il linguaggio html
6. Fare almeno una lezione nell’università dove ho studiato
7. Dire a mia mamma che fumo
8. Inventare una nuova strategia di Marketing non convenzionale
9. Comprare un mini
10. Fare l’abbonamento dall’estetista
11. Riscuotere delle eredità (che mi sento di avere da qualche parte)
12. Imparare a dire ma te pensa!

ALTER:
1. Innamorarmi
2. Ricevere una lettera d'amore
3. Lavorare part-time per dedicarmi ad una famiglia
4. Lavorare ancora una volta dietro ad un bancone del bar con la Laura
5. Conoscere Cristiano S.
6. Comprare casa (potrei iniziare con il tenerla pulita sempre!!! Povero ale)
7. Riuscire ad organizzare una serata con tutti “Voi”, tornando a cantare "sei un miracolo"
8. Fare un corso d’inglese
8. Capire dov’è che ho sbagliato. E provare a cambiare.
9. Imparare a capire che dietro a qualche persona, in realtà, del marcio c'è.
10. Fare una mostra di fotografie
12. Vedere dal vivo l'Urlo di Munch

Pubblicato da AlterEgo©icerchiata

lunedì 25 febbraio 2008

Il mille piedi

Stanotte ho sognato mio padre.
Strano.
Due giorni fa, mentre parlavamo in chat, mi ha raccontato la storia del millepiedi.
"Come fa, secondo te, un mille piedi a camminare?" - mi ha chiesto.
"Se dovesse iniziare a contare tutti i suoi piedi, si fermerebbe."

Rifletto.
Ci sono volte in cui le cose più semplici da fare diventano complicate.
Ci sono volte in cui per il sempre_non_rischiare, non ci rendiamo conto che non si tratta neanche di un rischio.
Perchè il mille piedi, cammina per natura.
Così come noi camminiamo su due gambe.

Ma se un essere umano, oggi, nascesse con mille piedi, la specie si estinguerebbe?

Il nostro pensiero ha creato, col tempo, delle armi di difesa distruttive per l'istinto.
Ha paura. Sempre.

Il mille piedi non ci pensa. E non solo, ci pensiamo noi al posto suo. Per di più, continuiamo a criticare l'istinto animale, distruggendo anche quello dei pochi che hanno provato a preservarlo.

L'istinto animale si è trasformato in istinto di sopravivvenza.
Ma, paradossalmente, si tratta di un delitto.

Pubblicato da Alter©icerchiata

mercoledì 6 febbraio 2008

Esco a fare DUE passi...

..Anche se questo è solo il primo passo Vs la "pubblicazione" del mio Libro...