A noi stessi.
Perché siamo la prima persona a cui stringiamo la mano,
ma l’ultima che conosciamo fino in fondo.

Archivi. Il seguito di Alter Vs Ego

domenica 23 novembre 2008

Aperto.





mentre uno scrittore che non sa scrivere per gli altri, ma che vorrebbe farlo, delega il suo segno di apertura ad una foto.

La supporta con parole. Che però non dicono niente di nuovo.
Che non dicono niente.

Ma è la sola firma che rende il concetto un po' più suo.
Perchè l'eterno gioco dei contrasti, ora sfuma davanti l'immagine di una mano che prova a descrivere lo sguardo di chi si ferma ad osservare questo cartello.




Innocente invidia, verso colui a cui basta una targa per dire:

prego, si può entrare.

giovedì 20 novembre 2008

Mi sono sognata.

Stanotte Mi sono sognata.
Ho sognato di guardare me stessa.
Alcuni di voi potrebbero pensare che si tratta di prosa, poesia, metafora.
Mentre in realtà, è davvero così.

In questo concentrato di confusione e spiazzamento, forse, ho avuto il bisogno di guardarmi da fuori.
Forse perchè non c'è nessun occhio così abbastanza critico e vigile come il mio.
Forse perchè mi fido solo del mio giudizio.
Per presunzione.
Per superiorità.
Per me.

Perchè anche se gli altri vedono, osservano, parlano, pensano, non me ne importa nulla. Ciò che conta è la valutazione che io dò a me stessa. Ciò che voglio essere oggi e quello che voglio diventare domani.

E stamattina sono così. Ancora una volta assonnata.
Ancora una volta con la bocca chiusa da una stanchezza fisica, ma non reale.
Perchè il mio essere stanca, non mi ferma davanti ad un rischio.

mercoledì 19 novembre 2008

Sette.

Mammolo.
Pisolo.
Eolo.
Gongolo.
Dotto.
Brontolo.
Cucciolo.

Tutti d'un fiato. Non ne ho saltato neanche uno.
Solitamente perdo dei pezzi. Perdo dei nani.
Sarebbe bello capire quale dimentico. Quale ho già nominato.

Stavolta invece no.
Ecchissà.

Sette.

lunedì 10 novembre 2008

Dante.

Nel bel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai in una selva oscura [...].


C'erano animali di ogni razza.

C'erano le giraffe. Dal lungo collo per guardare lontano. Quelle che allenano la vista verso orizzonti oscuri e diversi. Talvolta nuovi, talvolta noti. Allenano la vista, appunto. Ma poi stanno solo a guardare.

Ci sono gli scoiattoli, che in un misto tra tenerezza e repulsione, si attaccano sui lunghi tronchi di alberi ramificati e forti. Grandi. Più grandi di loro. Che si arrampicano. Aggrappano. Punto.
Sono belve metropolitane, grigie. Dipendenti.

Ci sono i serpenti velenosi. Pericolosi. Lunghi e ingombranti. Se li ignori, però, non ti danno poi così fastidio. Infondo, non sono degni di considerazione.

Le farfalle. Leggere e volanti: deboli.
Le formiche. Piccole e precarie. Costruttrici instancabili. Ingenue ma simpatiche. Però schiave di un qualche sovrano. La convenzione e il meccanicismo.

Ci sono i topi. Sporchi e rozzi. Fastidiosi e nascosti. Sono tanti e sono ovunque.

E poi i gatti. Morbidi e affettuosi, ma solo quando vogliono. Profondamente egoisti. Ruffiani e poligami.

Ho trovato anche dei cani, fedeli e leali. Fermi nelle loro decisioni. Magari aggressivi a volte. Ma sono gli unici che nella vita si legano ad un unico padrone.

Ci sono le tartarughe. Amanti del tempo e di quella loro corazza. Un meccanismo di difesa contro i colpi grossi e la voglia di portarsi dietro sempre la loro casa.
Famiglia e solitudine. In quella corazza c'è posto solo un corpo. Mi domando perchè non per due.


Per Dante, l'inferno, era un trionfo di anime in pena.
Io lo vedo come un teatrino di animali difettati. Con un'apparenza ingannevole all'interno di una giungla senza recinti eppure chiusa.
Accozzaglia di razze differenti, costrette a stare insieme e a rincorrersi l'un l'altra con scopi e per scopi diversi. Incoinciliabili.
Solitari o in branco. Ogni animale di questo inferno non ha ancora capito cosa farsene dell'eden oltre la collina. Perchè non lo vedono, non lo vogliono vedere oppure semplicemente restano ad osservarlo da lontano.
C'è chi muore prima di averlo visto; chi aspetta che gli venga portato su un piatto d'argento e chi miserevolmente sta bene dove sta. Senza domande, nè immaginazione.
Forse è la maggior parte di loro.


Con un salto azzardato tra storia e mitologia, se rinascessi Noe, farei una maggiore selezione.

Perchè c'è un panorama per pochi, oltre l'oscura selva. E' un premio terreno e possibile. Che alcuni degli animali pensano di aver vissuto durante la loro esistenza, mentre in realtà, l'hanno solo emulato. In quello specchio che riflette le cose con una superficie identica, ma senza sostanza.
Un Eden.
Dove finalmente è solo [...] l'amor che move il sole e le altre stelle.

giovedì 6 novembre 2008

Materiali grezzi.

Così.
Mi ci sono sentita già un'altra volta, a quanto pare. Ma stavolta è uno stare un po' diverso.
Si prevede che in questa settimana il mio compito sarà:

riuscire ad inchiodare dei materiali grezzi per renderli delle strutture utili.

Inchiodare materiali grezzi. Mi fermo a pensare




Vorrà dire:


Grezzo.
Rimanda a: stato primordiale, rozzo, non ancora lavorato. Per poi arrivare etimologicamente al greggio. Moltitudine.

Inchiodare.
Fissare con i chiodi, religione (costrizione), credenza, racconto, fissare. Legare.


Legherò una moltitudine.
Legherò Con una moltitudine.



Senza inchiodare.



Si. Vorrà dire questo.

Vedremo.
Sono fiduciosa.

Così.