Galleggio
Qualcuno mi regala rispose. Un bambino. Mi rivolge un bizzarro animale fatto di sabbia.
Immateriale libertà.
Bilico
sulla cima di una duna costruita da giovani braccia.
Perfezione.
Rompicapo.
Una donna sta riposando, sognando.
Mai ci fu castello di sabbia più solido come quello della "casa" che sta immaginando.
Non manca nulla in questo mondo.
Spazi aperti e ostacoli. Ombra e colore. Grandi e piccoli. L'immateriale e il solido.
Nel doppio che regola le dinamiche vitali, è una famiglia felice che primeggia. Vincendo.
Banale, è il sogno di una ragazza.
Famiglia.
Felice e
vivace nella sua cornice
di un quadro.
Diverso
Dagli altri.
Quadri.
Apparente unicità. Semplice diversità.
"Non è ciò che sembra".
Impassibile comunque.
Silenzioso e immobile, è lo sguardo di chi non giudica.
O forse non osserva
guarda ma non vede
ostacoli, mostri, montagne.
C'è qualcosa che non è piatto, che non vuole farsi inquadrare.
Non si scopre.
Quando interviene una forza opposta e contraria, i ruoli sono ciclici. Si invertono. Con ritmo regolare.
"Io sono" l'immobile e il flusso. "Lui è" il flusso e l'immobile.
Dipende.
Specchiati.
Benché l'opposto atteggiamento, dà lo stesso risultato
e non riesce ad aprire comunque Quel mondo
dove i personaggi non si osservano a vicenda, ma si accolgono.
Casa.
Ancora lei.
Un passaggio
mondi
di persone
senza le persone
ma immaginati
da costruire
colorando.
Siamo sulla soglia di un passaggio importante.
Quello che ci aspetta non si sà
e allora mi dò del tempo
a volte insistente
a volte noioso
altre volte solo. Tempo.
Per ogni cosa.
Rintocca l'ora,
una maschera esplode
nella vita come nel gioco,
nel sogno come nella sua interpretazione,
la reversibilità del ruolo permette all'oracolo di diventare domanda e alla domanda di diventare oracolo.
L'interrogativo è la regola prima, senza il quale niente avrebbe più senso.
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