A noi stessi.
Perché siamo la prima persona a cui stringiamo la mano,
ma l’ultima che conosciamo fino in fondo.

Archivi. Il seguito di Alter Vs Ego

martedì 30 settembre 2008

Archiviato.

Parto domani.
Ho finito di pubblicare il libro, a fatica, nel "mio ultimo giorno di lavoro da dipendente".
Ora sono una libera professionista.
Anche se a pensarci bene non sono nè libera e nè professionista!

=)
Primo segno grafico di questo blog.
Quasi ad indicare l'inizio di quel cambiamento annunciato, in senso metaforico e non, dentro il blog e nella mia vita reale.

Comunico ai gentili signori/commentatori di non preoccuparsi, perchè il tutto, in realtà, è stato solo "Archiviato". Non visibile, ma neanche Cancellato.

Oggi: il giorno in cui cancellare la mia "opera d'arte", è stato cercato e scelto.
Non perchè sono passati tre mesi esatti dalla fine della pubblicazione.
Ma perchè avevo solo bisogno di tracciare una riga netta.
E allora ho trovato delle banalissime scuse.

Tre mesi.
Fine mese.
Domani parto.

Tutto falso! Se non la sola voglia di non far leggere più a nessuno ciò che è stato di me e di tracciare "quella riga netta" con il mio passato.

E non perchè non mi piace.
Semplicemente perchè

non è più da questo passato_diventato _un _po' _troppo _passato che devo imparare.

Ma da un "ieri" molto più vivo e colorato in maniera diversa.
Che adesso vedo, ma non osservo.
Abbastanza distante da poterne già parlare, ma non così troppo vicino da poter essere capito.

Prendo righello e penna e inizio.


Grazie.
Cicerchiata. Spietata_solo_andata.

lunedì 29 settembre 2008

Ultimo avviso.

Per tutti quelli che ancora non hanno letto gli ultimi capitoli, che si affrettassero. Perchè da domani, ci sarà una rivoluzione in questo blog.

Aria nuova.
Quella cartella sul mio Desktop, rinominata "Alter Contro Ego", ritornerà ad essere l'unico luogo in cui si potranno ancora leggere le parole scritte da una Cicerchiata troppo distante da quella di oggi.

Privacy e Mistero.
Esigenza e Casualità.

Devo farlo.
Voglio farlo.

domenica 28 settembre 2008

Normale.

Durante le prime ora del giorno le parole sono più semplici. E scivolano.
Così, adesso, in un momento di delusione e rabbia verso me stessa, butto giù due righe.
Non è più possibile farsi prendere per il culo in questa maniera, sempre, dalle prime persone che arrivano davanti a me, per caso o per gioco... o per sfiga.
Sono stufa di sbagliare a causa degli altri, per colpa degli altri. Di lasciare che le cose vadano male senza un minimo di coraggio per reagire in maniera diversa.
"Le cose sono semplici per me e io non sono per questo mondo". Sante parole confessate in preda a qualche bicchiere di troppo e in seguito ad atteggiamenti mediocri di chi non merita di certo il mio sorriso. E allora che se lo scordasse. Che scordasse pure la mia semplicità, che dimenticasse pure il mio buonismo, la mia spensieratezza, la mia tranquillità, il mio "lascia passare tutto". Col cazzo.
Sono flussi di coscenza con la mente annebbiata, la voglia di spaccargli qualcosa addosso e il "rosso di rabbia" che colora il viso. Il mio viso. Assurda presunzione di trattare le persone con una superiorità immotivata ed insensata.
Voglio fottere questo mondo.
Che si fottessero tutti allora.
Cicerchiata ritrona.
Ma questa volta è spietata.

sabato 27 settembre 2008

Occupato.

Fissare una finestra, aspettando un accenno.

Sono confusissima.
Riemergono ombre dal passato e la voglia di definire la situazione incalza con un rapido passo.
Confusa davvero.
Ancor di più quando guardo da un lato la calma.
Dall'altro l'euforia.
Vuoti entrambe.
Sbagliati.
Non giusti per me.


Aspetto.
Guardo quella finestra e non vedo il modo per risolvere questa situazione, se non lo stare ferma.

Esco.
Aspetto.
In silenzio.
"Notte dolcè".

giovedì 25 settembre 2008

Mia cara.

(26 settembre 2008: La gran parte di questo post è stato cancellato. Perchè non c'è niente di più sicuro nel rispetto della Privacy. Perchè non c'è ninete di più bello, che confessarsi Solo con la tua Amica)


Scrivo tutti i giorni. Una frase su msn. Parole su un foglio. Messaggi. Post. Chat. In continuo...
Il flusso delle mie parole è interminabile. Ma è da un pezzo che [..]



[..] quando leggo di ieri, chiudo gli occhi. Forse li stringo. [..]


[..] lì... in quella busta sotto il mio letto dove conservo i calzini spaiati. [..] "appena ho tempo lo faccio", "quando ritrovo l'altro calzino li unisco". [..] li ho Dimenticati.

[..] lì dentro. Da un giorno, forse cento... [..]


Amica.
[..]

[..] rimango ancora un po' affannata.
[..]
colorare...

[..]
Io non sono una fenice. [..]


Amata da tutti,[..]

[..]
Preferivo [..]
colorare furori dalle righe, [..] qualche spicciolo che manca [..]


[..]alla consapevolezza di oggi.

Amica mia.
Tu sei l'unica [..]

[..] Quel Sorriso [..] so che non è abbastanza per me.

[..]
Leggi subito questo post, perchè è troppo "dentro" me per essere Così pubblicamente "fuori". Troppo "diretto", da essere "comprensibile". Per cui lo cancellerò domani.


[..], Ro.

[..]
...mentre rimane ancora morbido e dolce il mio abbraccio per te.
Semplici, le tre parole che ti dedico, forse quattro, oltre a queste.
Ti voglio bene. Davvero.

C.

martedì 23 settembre 2008

Chiara(mente).

Riprendo a scrivere da me.
Svuoto per rimpire di "nuovo". Di nuovo.
Perchè a furia di cancellare non c'è rimasto quasi più nulla.

Una piazza senza gente.
Una piscina senz'acqua.
Il recipiente ha un valore diverso, ma non lo perde. Il senso. Il suo senso.
Perchè non ha bisogno del contenuto per trovarlo.


Esteriorità è menzogna.
Interiorità è altro.
Decontestualizzazione


non voglio essere inquadrata in uno spazio. In un unico senso. In un tempo.
Il corpo dell'uomo è ciò che chiara(mente) ci vincola.

Chiara, mente.
Mente agli altri, con il corpo, con ciò che è evidente.
Evidentemente.


Dentro è vuota. Volutamente. Per svutare il senso del suo essere sè stessa.
Perchè sè stessi non si è mai.
Da nessuna parte.
In nessun momento.
In qualunque modo.

Vuoto
come questo bicchiere
pieno
fino a qalche secondo fa.
Piena.
Ora.
Senza niente.
Piena del mio voler essere nulla.
Chiara(mente).
Chiara
mente.

giovedì 11 settembre 2008

Oracoli.

Galleggio



Qualcuno mi regala rispose. Un bambino. Mi rivolge un bizzarro animale fatto di sabbia.
Immateriale libertà.
Bilico
sulla cima di una duna costruita da giovani braccia.
Perfezione.
Rompicapo.




Una donna sta riposando, sognando.
Mai ci fu castello di sabbia più solido come quello della "casa" che sta immaginando.
Non manca nulla in questo mondo.
Spazi aperti e ostacoli. Ombra e colore. Grandi e piccoli. L'immateriale e il solido.
Nel doppio che regola le dinamiche vitali, è una famiglia felice che primeggia. Vincendo.

Banale, è il sogno di una ragazza.
Famiglia.
Felice e


vivace nella sua cornice


di un quadro.


Diverso


Dagli altri.


Quadri.




Apparente unicità. Semplice diversità.
"Non è ciò che sembra".
Impassibile comunque.
Silenzioso e immobile, è lo sguardo di chi non giudica.
O forse non osserva
guarda ma non vede


ostacoli, mostri, montagne.

C'è qualcosa che non è piatto, che non vuole farsi inquadrare.
Non si scopre.
Quando interviene una forza opposta e contraria, i ruoli sono ciclici. Si invertono. Con ritmo regolare.

"Io sono" l'immobile e il flusso. "Lui è" il flusso e l'immobile.


Dipende.


Specchiati.
Benché l'opposto atteggiamento, dà lo stesso risultato


e non riesce ad aprire comunque Quel mondo

dove i personaggi non si osservano a vicenda, ma si accolgono.




Casa.
Ancora lei.
Un passaggio
mondi
di persone
senza le persone
ma immaginati
da costruire
colorando.




Siamo sulla soglia di un passaggio importante.
Quello che ci aspetta non si sà


e allora mi dò del tempo
a volte insistente
a volte noioso
altre volte solo. Tempo.



Per ogni cosa.



Rintocca l'ora,
una maschera esplode

nella vita come nel gioco,
nel sogno come nella sua interpretazione,
la reversibilità del ruolo permette all'oracolo di diventare domanda e alla domanda di diventare oracolo.

L'interrogativo è la regola prima, senza il quale niente avrebbe più senso.

martedì 9 settembre 2008

M'impongo:

Io Posso Imparare ad Aspettare. Per te. Solo.


         con te


sola


(n.d.r. Torno, Ro)

Acqua. Brillante. Silenziosa.

Il circolare del tutto, come in un vortice di perfezione ritorna al principio.
La scrittura è istinto: scorre.
Come l'acqua
che purifica
disseta
incanta


riflette.

Narciso si è innamorato di "sè stesso nello stagno". Della "riflessione" che ha avuto di sè stesso.
Pensava, Narciso. Pensava sulle rive del suo lago.
Prima estroflessione cognitiva.
Bizzarra teoria con cui descrivono la volontà del pensiero umano di uscire allo scoperto. Sotto-forma di immagini e parole. Suoni e colori.


Mi "estrofletto"



acqua
che scorre prima di tutto. E ritorna al principio, quando la natura era silenziosa.
Nonsifermanonsiferma. Porta fuori. Estroflette. L'acqua sì. Estroflette l'immagine di un uomo. Sotto-forma di immagini e parole. Suoni e colori.


travolta da questo andare, sono così            da brillare silenziosa.


Il circolare del tutto, come in un vortice di perfezione ritorna al principio.
La scrittura è istinto: scorre.
Come l'acqua
che purifica
disseta
incanta


riflette e
brilla silenzio.

venerdì 5 settembre 2008

Punti. Premio.

Lentamente si. Ma non indietro.
Questo sguardo che riesce ad osservare non molto lontano, ha il suo fascino.
Smania di prevedere quello che verrà.
Esaminare emozioni.
Cercare il motivo nel caos. Del caso.

Imprevedibile andare delle cose. Indipendente e inguisto talvolta.
Ci sono milioni di strade.
L'imprevisto è il bello.
L'inettitudine, però è il male.

Fermi, non ci si stà.
Una lenta serenità.
Tempo.
Lentamente scorre, ma non indietro. Nè avanti.
Ora.
Senza che quest'attimo sia infinito, nè invisibile.
Il giusto.



Relatività e opposizione.
Il tutto e il niente.


Sorridendo in questo andare, ho imparato ad osservare.