A noi stessi.
Perché siamo la prima persona a cui stringiamo la mano,
ma l’ultima che conosciamo fino in fondo.

Archivi. Il seguito di Alter Vs Ego

martedì 29 luglio 2008

Ancora il clima.

Non sopporto la temperatura.

martedì 22 luglio 2008

Esigenza.

Mi hanno insegnato a mettere i punti alla fine di una frase. Una parola. 

Ma non sono ancora in grado di mettere i punti nella vita



solo degli spazi 






vuoti


da riempire







prima o poi



.

Punto.

Pentirsi di averci sperato così a lungo, succede spesso. 
Analisi di prima mattina: godo di ottima salute.

Esigenze.
Se il tempo fosse infinito non sarebbe mai abbastanza per fare tutto quello che vorrei.
Cento e più cose. In pugno ho solo della sabbia. Ma non so costruire il mio castello. 
In un ring infinito, tra finti dubbi e false verità, tutto e il contrario di tutto. 

Colpevole.
Di questo.
Mi prendo le colpe di chi non ha la patente per potermi guidare.
Io, sulla macchina ci sono salita a sei anni. Era la culla per una bambina che non riusciva a dormire. E lo sfogo di una donna che non vuole essere a mezz'aria.
Ma non voglio guidare.


Abbiamo detto che era semplice. 
Abbiamo detto che a mezz'aria non ci si stava.



Abbiamo detto.





Esigenza.





Se raccogli la sabbia con una mano e la stringi in un pugno, la sabbia fugge via.
Se la supporti con il palmo della mano aperto, resta lì.




Chiudo il pugno.

venerdì 18 luglio 2008

Forse.

Ma anche no.

martedì 15 luglio 2008

Tranx.

Tranquillità.

Tranquillità.


Magone grosso come l'everest.
Una lacrima che non scende.
Che non scende più.

Questo è l'angolo delle paranoie. 
Ma ci sono dei momento felici.

Momenti.
Felici.

Quando senti che ci sono mille e più cose da dire, come si fa a spezzare la catena con quel lucchetto di cui non trovi più le chiavi?
Avevo provato a tagliarla, una volta, quella catena.
La catena di una bici rubata e mai utilizzata. 
Poi il mio coinquilino ha trovato una soluzione migliore: l'ha fatta uscire sana, smontando il filo del freno. 
L'ha eliminata, senza spezzarla. E l'ha buttata.  

Forse c'è una strada più corta.
Forse se non fosse una catena e sarebbe un baule, allora potrei pensare di abbandonarlo e sotterrarlo. 

Mi hanno dato una catena con la combinazione adesso. Senza chiave, senza lucchetto.
Per la mia nuova bici.
Tre numeri. Di facile memoria. Molto semplice.
Ma io penso al mio lucchetto.....
Io penso a quella catena....

E anche se la immagino come un baule, non mi cambia un cazzo.

Cosa fai stasera?
Ti va se stiamo insieme?


Forse potrei aprirla da lì.

Tranx.


sabato 5 luglio 2008

Saldi.

Uno schiaffio.
Mille schiffi.

Guardo la mia strada: è illuminata per la metà.
Una casa in costruzione e un terreno che non è ancora in vendita.
Bevo grappa e sambuca.
Palpebre pesanti. Stanchezza e voglia di non pensare a ciò che fare.

Nella maturità di questi anni, sono combattuta tra il perdere qualcuno oppure rischiare fino in fondo per averlo. Ma non ho ancora capito se lo voglio avere oppure se non mi interessa nulla di perderlo.
Sbaglio tanto e dimostro il contrario di quello che sono.
Forse devo ancora imparare a contare prima di fare o di parlare.
Magari saprei contare, ma non voglio farlo.

Un rosso di rabbia e gelosia appannano il mio ragionamento.
Confusione su ciò che voglio.
Ancora una volta porto sul ring una persona per lottare con me stessa.

Tu non sei per me.
Io non sono per te.
Ma. Ma.
Non so perchè ci rifletto. Spero. Sogno. Chiedo.


Chiedo di uscirne pulita. Chiedo di non perdere. Vorrei vincere.
Non mi impegno.
No.
In questa causa non ci ho messo dell'impegno. Non ora.
Un tempo si.
Ma è bastato.
Allora perchè non basta?

Noi non staremo insieme. Tu non lo vuoi.
Io forse, non lo voglio di conseguenza.
Il mio modo di cercare attenzioni non è giusto.

Esci da me. Oppure entraci.
Te lo devo dire.
Ma non lo faccio.
Sono sempre qui.
Ma non sono mai abbastanza.
Scomparendo mi ricercheresti.

Scomparendo.













Per mesi. Per mesi ho cercato una ragione.
Ti ho creduto in un modo, poi in un altro. Fino ad arrivare a mille diversi sè.
Ho dato colpe solo a te. Poi solo a me. Poi ad entrambe.
Ma non ancora così.
Forse, la pazzia che mi caratterizza mi porterebbe a dire: "si rischiamo".
Non vedo un punto di inizio.
Ma vorrei abbracciarti.
Con la consapevolezza di adesso, mi piacerebbe tornare indietro a sei lunghissimi mesi fa, ed essere quello che non sono stata. Rimanendo sempre e comunque me stessa.


I sogno cambiano.
Io non credo in un futuro che ci vede uniti, ma non voglio assolutamente dimostrarti una superficiatà che non mi appartiene.
Inutili parole si susseguono in un battito veloce e senza fiato di una tastiera che utilizzerò solo per pochi altri giorni.

Un anno.
Sto pagando il mutuo. Ma guardo quel terreno.
Non è ancora in vendita.
Vorrei che fosse in saldo.
Vorrei poter acquistarlo.
Vorrei averlo come regalo.
Vorrei.
Averlo.

giovedì 3 luglio 2008

caldo e confusione

L'unica fonte di aria proviene dalle ventole di questo minuscolo ventilatore.
Troppo piccolo per un caldissimo giovedì pomeriggio. Per dare respiro a 5 persone.
Soffoco.

martedì 1 luglio 2008

ma che cazzo sto facendo..

libertà e solitudine.


Non voglio nessuno vicino.
Ma se vi chiamo allora rispondete.

Scusa.
Ma dov'è il problema?



Ai posteri....
C.