A noi stessi.
Perché siamo la prima persona a cui stringiamo la mano,
ma l’ultima che conosciamo fino in fondo.

Archivi. Il seguito di Alter Vs Ego

giovedì 27 marzo 2008

Clima

Alter:
non mollare, ma continua ad amarti. Oppure inizia a farlo. Non badare a chi dice che non ne vale la pena, ascolta sempre il tuo cuore, ma guarda con la ragione.

Ego:
dimentica. Fine. Devi essere forte. Tira fuori l'orgoglio di una donna. Molla il colpo. Quando non sai cosa fare. Non fare nulla. Ma non perdere di vista l'obiettivo.




Pubblicated by Ego©icerchiata

martedì 25 marzo 2008

Scheletro nell'armadio

Mattina il sole. Pomeriggio la pioggia. Sera il freddo.

Altaleno in base al tempo determinazione ed indecisione. Forza e debolezza.
Cerco me stessa, ma non sento più nessuna voce, nè dal mio Ego nè dal mio Alter. Sono in piena deriva.
Qualche secondo fa la riva ed ora è già alto mare.

Cos'è giusto?
Domande che mi fanno compagnia.

Aspetto.
In questo momento sto aspettando, qualcuno oppure semplicemente un'illuminazione.
Guardo una mano vicina. La sento diversa o forse sempre uguale.
Non ho mai visto a fondo? Oppure adesso guardo solo in superficie?

Cos'è giusto?
Dettagli.
Colori.
Tracce del tempo.
Costanti che non cambiano.

Lo sguardo è a terra, ricerca il vuoto in cui perdersi. Si alza solo quando il vuoto è proprio lì davanti a me.

Sono le parole che mi tengono compagnia. Mentre alcuni pensieri adesso, lo fanno molto meno.
Parole che non vengono Mai capite. Da nessuno.
Sono attimi. Emozioni che durano un secondo.
Sono lampi. Segreti profondi.
Sono momenti. Passioni che cercano il loro senso. In un futuro. Quando questo senso, molto probabilmente sarà perso del tutto.

Io, le rileggerò con il sorriso.


Ciao.
Ciao.

Pubblicated by Alter©icerchiata

martedì 18 marzo 2008

Lascia o raddoppia

Marzo Pazzo. Fuori piove. 

Il caldo dominava, solo "una nuvola fa".

Tante ne sono passate prima e altre ne passeranno ancora. Ma solo alcune celano le loro primaverili gocce invisibili. Quali? Sarebbe meraviglioso indovinare.

Cadono giù d'un tratto e poi smettono. 
Che girotondo.

Vertigini. Sinonimo di capogiro e di vuoto. Di un piano rialzato da cui guardare giù. E poi ancora giù, più giù. 
Perché dall'alto di un burrone ci vedo sempre un campo di margherite?

Prati verdi e distese floreali. Mi lancio.

Ma ho sempre la vista annebbiata dai raggi di luce che rimpiccioliscono il mio iride.
Sono cieca? O mi lascio accecare? 



Pubblicated by Alter©icerchiata

giovedì 13 marzo 2008

Primo grande successo

©icerchiata ringrazia tutti i lettori e i commentatori, perchè dopo un misero mese di vita e senza neanche tanto impegno, il blog è in prima pagina su google digitando "Alter contro Ego"

Continuiamo così!

Facciamo URLARE queste corde vocali.

Grazie di cuore.

AlterEgo©icerchiata

mercoledì 12 marzo 2008

Piede Ballerino

Inutilità. Invisibilità.




Dove sei?



Non ti vedo. Tu sei più invisibile di me.
Non ci sei. Ma io continuo a volerti vedere.



Stupidità.




Testardaggine.


Convinzione.
Parole vuote che leggo e scrivo da sola. Non un lettore. Perchè neanche se le leggessi, non lo faresti mai fino in fondo.






Sono ancora qui.
Rimani pure tu.


Contrasto.
Sofferenza.


(Sor)prendimi.

Fuso orario

Mi domando come sia possibile che, a volte, l’Amore non basti.
Secondo una teoria scientifica, (di cui ho già parlato) la comunicazione è un’azione improbabile: di quello che l’ego invia all’alter, arriva solo il 2%. Mai nessuno mi ha dimostrato il contrario.

Mi soffermo a riflettere sulle parole di due amanti incalliti, che non trovano un codice comune, che non riescono a dialogare e si allontanano.
Mi chiedo, in qualunque momento della giornata, il motivo per il quale parole diverse possano avere lo stesso significato, eppure sembrano apparentemente contrastanti.
La paura, forse è ancora lei ad alzare barriere insormontabili. Mista ad un orgoglio che irrompe sulla scena e conduce a rimanere lì, sempre_fermi_nelle_proprie decisioni.

Si parla di ologrammi, di proiezioni mentali, che diventano convinzioni sbagliate. Perché l’amore e la voglia di amare, ancora di più, offuscano le parole e la loro interpretazione. Dannata, maledetta interpretazione. Che tu sia dannata ancora una volta
Perché non c’è interpretazione dietro ad un «tu sei tutto quello che voglio» e il dialogo dovrebbe chiudersi lì, dal principio, dal principio per cui nasce.
Tu sei tutto ciò che voglio. Cosa altro c’è da aggiungere?
C’è da aggiungere un perché infinito, che conduce inevitabilmente a scoprire che l’immagine e la proiezione mentale dell’altro è sicuramente sbagliata: come possiamo pretendere che ciò che vediamo noi sia la ragione assoluta? E che soprattutto l’immagine che noi abbiamo dell’altro combaci con quella che l’altro ha di se stesso?
Si chiama fiducia cieca, stupidamente detta rischio.

Non c’è rischio, non c’è complessità, non ci sono ostacoli, ma si vengono a creare nel preciso istante in cui tenti di spiegare cose inspiegabili. Perchè quando la ragione fa il suo porco passo e si interpone tra due cuori, purtroppo vince sempre.

Il danno è che vince sulla vita, ma mai non nel tuo cuore.

E la decisione finale, entra sempre in contrasto con quello che si desidera realmente.
Soffrire è l’unica conseguenza possibile.

Perché parlare ancora? Perché chiedere? Cosa chiedere?
Quando lo stare insieme sarebbe la soluzione a tutti i mali, dovremmo imparare semplicemente a tenere la bocca chiusa e il cervello spento. E invece no.
Non succede. Mai. Mai. Mai.
Il dialogo può essere la cura e il male, allo stesso tempo, nei rapporti. Le abitudini, i limiti, i cambiamenti difficili e la poca pazienza lo sono ancora di più.

Ognuno di noi, però, dovrebbe fare lo sforzo di osservare prima di tutto il proprio terreno, se si vuole parlare di quello dell’altro. Perché ci sono terreni poco fertili, fragili e deserti, e potrebbero essere anche i nostri.
Eppure ci piace pensare che non sia così. Sembra essere la cosa più semplice e sicura da fare: rimanere nel nostro confine e pretendere che sia l'altro a sconfinare nel nostro. Chi fa il primo passo?
Questi due amanti l'hanno chiamana mancanza di tempismo.

Cristo Santo.

L’Amore_da_solo, forse, basterebbe.



Unedit by Alter©icerchiata

mercoledì 5 marzo 2008

Servizio a domicilio: la Coop di ©icerchiata.

I grandi supermercati sono stati definiti, dalle recenti teorie sociologiche, come dei non-luoghi.
Augè parla di un attraversamento di persone accelerato, che non consente di creare una relazione tra le persone e il luogo stesso.

Per me, il supermercato è un non-luogo, nel senso che non esiste. Punto.

Immensi scaffali e troppa scelta. Un’etichetta diversa per oggetti identici. Il mio acquisto si concentra sui colori, che poi sono anche quelli più costosi.
Dannata propensione alla riflessione.
Maledetto spirito commerciale che mi porta ad immaginare, sempre, la strategia pubblicitaria che c’è dietro ad ogni cosa.
Mi perdo.
E la boutique gucci_solo_prodotti_fashion sotto casa mia, non è adeguata al mio portafoglio: non posso permettermi altre rate, oltre a quelle della macchina.

Per cui, non mi rimane alternativa:

Rifletto guardando i prodotti:
- Ma se mettessimo le persone sugli scaffali, l’effetto sarebbe lo stesso?
- Ma le tecniche di omologazione di noi stessi vengono prima di quelle dei prodotti?
- Ma chi viene prima l’uomo o la gallina?
No, le uova mi scadono sempre in frigo. Prendo una gallina?
Un momento:
- Qual era l’animale infetto sto giro?
Mucca psicopatica, gallina con due gambe o pollo senza petto?

Dopo anni di esperienza ho imparato.
Vado sul sicuro: Findus. Surgelato.
Così quello che c’è dentro non lo saprò mai.

Faccio la mia pausa pranzo fuori casa, per lavoro. Quindi ho bisogno di comprare cibi che non devono essere cucinati: prosciutto crudo, mozzarella, pomodori, bresaola.
Pratici e comodi: apri, svuoti, mangi.
Si. Solo per il pranzo. Mi ripeto.
Ma poi, caso vuole, che esagero sempre con le quantità e mi ritrovo a mangiarli anche la sera.
E vabbè - «è un peccato buttarli via» - direbbe mia nonna.

Dopo sei anni in giro con il carrello nei supermercati, ho provato di tutto: lista della spesa, spesa in compagnia, spesa per gli amici. Spesa giornaliera, spesa mensile, spesa settimanale. Prendo il carrello grande, prendo il carrello piccolo, dimentico il carrello.
Cibi biologici, cibi salutari, cibi veloci.
Nulla.
Il risultato non cambia mai.
Scegliere cosa comprare è per me davvero inutile e tempo sprecato.
Dovrebbe esserci un servizio a domicilio:
- 120 gr di prosciutto;
- una fettina di carne;
- un kg di pasta.
Punto.
Cos’è che manca?
Ah.
- Del pane.

E invece no.
Cibi inventati. Marche di qualità. Prendi tre paghi due. Compra questo prodotto e ti regaliamo una casa. Ma sapete quanta gente c’è in un supermercato il sabato mattina?

Che malumore.


Ok. Ho imparato.

Mi munisco di I-pod e tuta.
Regalo note e sportività ai miei pensieri.
Obiettivo: automatismo nella scelta e ottimizzazione del tempo.
Entro alle 11:00 e alle 11:15 sono già in fila.
Dopo le prime corsie, infatti, metto il carrello vicino alle casse e lo riempio facendo avanti e indietro. Scivolo sulle mie scarpe da ginnastica, investendo i bambini rincoglioniti e le fighette pignole.

Alla cassa, se ho dimenticato qualcosa, vorrà dire che ne farò a meno.


Almeno per un bel pezzo.

AlterEgo©icerchiata