A noi stessi.
Perché siamo la prima persona a cui stringiamo la mano,
ma l’ultima che conosciamo fino in fondo.

Archivi. Il seguito di Alter Vs Ego

venerdì 21 agosto 2009

Secondo o sesto ventuno.

Incredibile a dirsi.
Mi sono chiesta un giorno come sarebbe satato il nostro mezzo anno. Oggi.
Perchè nella mia certezza sapevo che saremmo arrivati fino a qui.

E invece ci arrivo sola due volte.
Senza te e. Sola.
Nel profondo e in eterno.

In altra seda scriverò di Lui.

Osservo il nostro dettaglio.
Ti sento lontano, eppure so che sei ancora troppo vicino.
Il miracolo dell'amore non vincerà.
Non ci sarà un ritorno, ora forse lo so.
Forse sarò io semmai che mi volterò indietro. Di_nuovo. Come oggi.

Mezzo è l'anno.
Due sono i mesi di assenza da te.

Immagini sfocate e tratti distorti, rabbia non svanita, ma modificata.
Hai sbagliato. Certamente.
Ma non ho voglia di trarre conclusioni sul tuo comportamento. Perchè sarebbe come scrivere FINE.

Sarebbe stato bello se oggi avessi potuto Festeggiare, come da "agenda", come immaginato tempo fa, il mio 26 compleanno, il nostro mezzo anno e la fine del tuo Dovere.
E inceve non festeggio proprio un bel niente.

Sarebbe satato bello potersi ancora svegliare la mattina e dire: sono innamorata.
E invece il nodo alla gola che mi soffoca è costante e non cessa. Direi non solo per tua causa.

Metabolizzo una duplice distanza.
Niente a che vedere tra di loro.
Eppure osservo foto e Soliti sorrisi e penso.
Nel dettaglio di quel mondo io non ci ho visto bene.
Mi domando a cosa pensi e se ci pensi ancora.
La distanza non annulla, ma porta chiarimenti e fortifica lì dove deve.

Io non sono lucida e non sono ancora Chiara abbastanza da poter Dire. Da poter Fare.
Ma oggi sì, voglio lanciarmi nell'istinto più profndo e dire che mi manchi e che avevo pensato a questo giorno insieme. Che lo sentivo nostro nel profondo e che ora vorrei che tu mi chiamassi ora o che un messaggio Sottile (come il nostro vecchio mondo), mi sussurrasse proprio queste parole "mi manchi, scusa."

sarebbe perfetto.

Ma le stelle quest'anno non sono cadute e io non ho più speranze.
E se ci sono, le sento a Tratti e Deboli.


Sarebbe perfetto, ma non lo sarà mai.
Non ora.

Forse è il caso.
Che ancora una volta mi suggeirsce che la prefezione la decide solo il tempo e quel "senno di poi".

Però risorgendo, con un leggera forza dal dolore più profondo, riesco ora a ringraziare per un passato, un passaggio, che per quanto drasticamente interrotto, ha avuto il suo bel senso.

Buon 21.
Ci.