A noi stessi.
Perché siamo la prima persona a cui stringiamo la mano,
ma l’ultima che conosciamo fino in fondo.

Archivi. Il seguito di Alter Vs Ego

lunedì 23 giugno 2008

Spiragli di luce

Timidamente tra le rovine.
Il bianco buca il nero. E prova a toccare terra con dei fili, forse d'erba, resi forti dal contrasto, ma che, in realtà, sono fragili.

Decontestualizzazione di un ogetto, che assume senso attraverso il mio sguardo.
Lì nell'angolo, la punta dell'iceberg è illumitata.
Sembra essere perfetta, ma abbandonata. In superficie ci sono pezzi rotti di un'esplosione arcana, si mischiano al perfetto disordine del suolo.
E' l'invasione del resto, ma non voluta.
Mi piace pensarla così.

Due sfere. Due colori. Due dimensioni.
Il doppio che regola ogni cosa.

Contrasti di sensazioni.
Soffocamento e pace.
Solitudine e affollamento.
Sicurezza e rischio.

Da quei rami si può salire e si può scendere.

Sembra si possa star bene nell'ombra, così come nella luce.
Perchè non c'è tristezza in sè, ma nel contrasto tra quello che si vede e quello che si sente.
Tra ciò che si vuole e quello che si prende.
Tra il dove vorresti essere e il dove sei.
Per scelta.
Perchè si sceglie.

Si sceglie dove stare.
Si sceglie cosa guardare.
La prospettiva della luce, gioca strani scherzi.

In entrambe i lati, sembra che ci sia sempre qualche "ombra".

Forse è meglio andare lì.
Forse è meglio andare.

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