A noi stessi.
Perché siamo la prima persona a cui stringiamo la mano,
ma l’ultima che conosciamo fino in fondo.

Archivi. Il seguito di Alter Vs Ego

giovedì 11 dicembre 2008

Inerme.

E Chiara corre. Rincorre. Cose e situazioni?
No. Persone soprattutto. Perchè stiamo parlando di quelle.

Stretta fra il suo essere Così, sempre troppo pesante e leggera. Spensierata e paranoica.

Una vita troppo complessa per infilarci dentro un'emozione.
Sentimento incontrollabile, che arriva anche se non lo chiami.

In una giornata fatta di responsabilità e impegni inderogabili, noto che non c'è spazio per un amore complesso. Ma quando questo potrà succedere?














Non ora. Non è il momento. Sto bene così.
Equilibrio spezzato e da rinsanare velocemente. Correndo.
Prendo una scelta soffocata tra quello che sento giusto per me e quello che sento sbagliato oggettivamente.
Ma è andata bene. Così.

Spererei solo di riuscire a fermare quel meccanismo che mi fa essere me stessa. Sempre al 100% sincera. Sempre al 100% giusta. Sempre al 100%. Punto.
Che palle.
Vorrei chiudere gli occhi e sevgliarmi in un domani che non ha questo passato.
Perchè non c'è futuro diverso, senza una storia che non ti riesci a mettere alle spalle.
E che palle. Ribadisco.

Inettitudine davanti a costanti.
Inerme difronte ad una rassegnazione evidente.

Su quella bilancia, le due misure sono ancora squilibrate.
E non c'è ragione per cui sembra che sia sempre io a tendere verso il basso.
Verso quel burrone che non ha più fine.

Ricerco una tregua in questa corsa.
Dove stai andando?

Domani è un altro giorno senza una mano.
Ego direbbe: quante cose si possono farse con solo un dito?
Alter ribadisce: si, ma non è più bello il piacere di fare con entrambe le mani.

Nessuno ha torto:

accontentarsi del lato positivo, di ciò che rimane.
Senza mai smettere di cercare il piacere della completezza.

Il mio libro nel cassatto aveva non a caso questo finale:


[...] Nella storia nessun vincitore e nessun vinto.

Ma da oggi ho perso te.

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