Rubo simbolismi per descrivere il te
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lunedì 15 novembre 2010
Caffè
giovedì 20 maggio 2010
La mia vita in sei scatole.
Rosso, giallo, verde, blu.
Istinto, gioia, desiderio e azione.
Arancione è il sapore.
Chiuse e sigillate. Traslocate.
Le lascio, le prendo.
Le sollevo.
Quanto spazio c'è in una stanza con un letto solo?
Invisibili eppur reali.
Tangibili.
Sono le vibrazioni sulla pelle che danno colore alla vita.
Da grande.
Quando le cose sono più complicate, i pastelli non possono macchiare i contorni di un disegno.
Si dice che devi rimanere dentro i confini.
Chiusi.
Ma loro no.
Le vibrazioni escono, sulla pelle, dagli occhi.
Sono il riflesso di un mondo che chiuso non è. E che fermo non ci sta.
Per fortuna.
Per l'istinto, per la gioia, il desiderio e l'azione.
Scalpita per il piacere.
E fugge.
Può succedere.
Sospeso.
Non sono dentro una stanza che non sia la mia.
Non sono dentro un confine che non sia precario.
Non sono dentro uno schema se non sia ribelle.
Sono Sul mondo.
Sospeso.
Lì. Dove dall'alto si possono osservare più cose.
Invisibili.
Dove si riesce a capire senza chiedere.
E a sapere senza domandare.
Scivolando.
Così.
In quella stanza più grande del mio corpo, sento stretto il mio respiro.
Perchè se disegnassi un tratto della mia sagoma i pastelli macchierebbero anche l'esterno. E' dalla pelle che fuoriescono colori, dalle pareti no.
qualunque sia la casa.
qualunque sia il luogo.
L'epidermide che voglio è fatta da 6 scatole, come un prisma, che riflette luce e fa nascere colore.
Rosso, giallo, verde, blu, arancione.
E Viola.
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martedì 13 aprile 2010
da queste parti
Avvisami se passi.
Cammino nel sentiero contrario.
Opposto.
In un linea retta, cerco il punto esatto. Quello giusto.
Da cui poter ripartire.
Ma ho un
vuoto
Mai.
Ho osservato una stella mentre cade e le ho confidato una speranza.
Quando l'ho fatto, questa speranza è caduta con lei.
Candele.
Chissà cosa si è spento.
Mi concentro osservandoti per cercare di superarti.
Ma le pareti sono una prigione.
E non si fugge in fretta.
Un desiderio che a poco alla volta si allontana mi mette malinconia.
Non ho ancora capito se mi manca di più l'emozione dell'incertezza o se non mi è piaciuta la verità.
Sono codarda e stupida.
La vita è stata amara da queste parti.
Mai.
Mai una volta che sono riuscita a trovare pace.
La cerco da una vita.
E non si fa per dire.
Da queste parti non c'è vittoria.
Tra il fango e il cemento procedo a tentoni.
Affondo e risalgo.
Mai.
Mai una volta che sia come dico io.
Una.
Se passi, avvisami.
Ti saluterò con un sorriso.
domenica 21 marzo 2010
giovedì 11 marzo 2010
il cappellaio matto
E un bel giorno Alice si ritrovò a testa in giù.
In un mondo sognato, ma temuto. Allontanato. Per dar voce alla giustizia del buon costume.
Ma Alice ci ricade ancora.
Da grande.
Quando ha perso la moltezza.
Quando il Cappellaio Può essere Grande. Come lei.
Che non è più una bambina.
Ritorna nel suo confine tra il desiderio e la realizzazione dello stesso.
Ritorna e salva le sue speranze. Anche quelle più difficili da affrontare.
Salva il suo spirito, la sua leggerezza, la sua follia.
Ma lascia lì qualcosa....
"mi mancherai. Tornerò prima di quanto credi."
"Vado perché Devo. Non Posso."
Mi sembra di averle già sentite altrove queste parole.
Triste realtà.
La Giustizia ritorna.
E chiude la piccola porta del mondo Magico.
Quel mondo parallelo esiste davvero,
La risposta vive nella domanda:
Perchè un corvo assomiglia ad una scrivania?
Ci sono cose per cui è la prospettiva rovesciata che rende giustizia.
Ci sono altre che si spiegano da sole.
Altre ancora restano
e la sua realizzazione.
Coraggio.
Quello che vogliamo, è
sabato 20 febbraio 2010
domenica 14 febbraio 2010
Carnevale
Credo in te.
La fiducia si conquista o con il tempo o con la pelle.
Bianco latte il mio vestito, gonfio è il mio ventre di emozione.
Lento è il mio passo verso l'amore.
Promesse che non hanno certezze.
E' per questo che si Giura.
Attese.
Istinti.
Intuizioni.
Ti avrei sempre voluto così.
Nella mano una fede:
credo in te.
Credo nei sogni di una bambina.
Credo nella ragione di una donna.
Credo nell'energia che ci travolge.
Una madre piange di gioia.
Una sorella si spaventa per l'azzardo.
Un padre non conosce tutta la verità.
Io
credo in te.
Ciondola un "si" spietato alle mie domande.
Ciondola un "no" deciso contro i ripensamenti.
Attaccata alle lancette dell'orologio, pesa come un macigno ogni secondo che passa.
Quanto posso ancora portare avanti questo gioco?
"Mamma, domani mi sposo."